Nel 1960, Frank Sinatra ospitò Elvis Presley in uno show televisivo. Era un incontro altamente simbolico. Sinatra e Presley avevano dominato il mercato e l'immaginario degli anni Cinquanta. Il primo era il crooner bianco del jazz, The Voice, la voce per eccellenza. Il secondo era diventato il re del rock'n'roll e aveva mandato in deliquio legioni di ragazzine. Sinatra era del 1915. Presley era nato vent'anni dopo. Sinatra era stato la voce dell'America del dopoguerra, bisognosa di buoni sentimenti e riferimenti sicuri. Elvis era la voce della America degli anni Cinquanta, dove i giovani chiedevano un rinnovamento almeno sul piano del costume (la politica arriverà dopo). Sullo stesso palco, quindi, si esibirono due generazioni diverse, due stili diversi. Sinatra aveva una voce suadente e romantica. Cantava brani con arrangiamenti complessi. Al confronto, Elvis era un selvaggio urlatore con un repertorio di canzoni semplici e, soprattutto, dal contenuto esplicitamente sessuale.
Alla fine, il 12 maggio 1960, Elvis Presley apparve come ospite speciale nel The Frank Sinatra Timex Show: Welcome Home Elvis. Presley era partito per il servizio militare nel 1958. L'ospitata era in sostanza il suo vero ritorno sulle scene, battezzato da Sinatra, un rappresentante dell'establishment musicale (e cinematografico). Un evento importante, insomma. Come dimostra il cachet ottenuto dal manager di Elvis, il leggendario Colonnello Parker: 125mila dollari per poco più di due canzoni, la cifra più alta allora mai pagata per un ospite televisivo.
Le premesse non promettevano bene. Frank Sinatra notoriamente detestava il rock'n'roll. Nel 1957, nel corso di una intervista, buttò lì questo giudizio poco diplomatico: «Il rock'n'roll è la forma di espressione musicale più deplorevole che abbia mai avuto la sfortuna di ascoltare. È cantato, suonato e scritto per la maggior parte da cretini. Penso che sia il sintomo di un declino totale del gusto. È falso e volgare, e il suo impatto morale su giovani e adolescenti è pericoloso».
Elvis aveva risposto con tatto: «Ha diritto alla sua opinione, ma non vedo perché debba criticarlo senza una buona ragione. Lo ammiro come artista e attore, ma penso che si sbagli di grosso su questo. Se ricordo bene, anche lui faceva parte di una tendenza. Non vedo come possa definire immorale e delinquente la gioventù di oggi». Di Sinatra, poi, non poteva dire che bene: «Lo ammiro È un grande cantante e un ottimo attore». La sera dello spettacolo, Sinatra rassicurò la stampa: «Beh dopo tutto è stato lontano per due anni e ho la sensazione che creda molto in quello che sta facendo».
Di recente, è saltato fuori un acetato che ha consentito di pubblicare un album con i cinque brani eseguiti durante lo show più alcuni stralci delle battute introduttive e dei saluti finali. Si intitola Frank Sinatra and Elvis Presley, Welcome Home Elvis.
Sinatra ed Elvis fecero un medley: il primo interpretò Love Me Tender, uno dei brani più noti di Elvis; il secondo eseguì Witchcraft, una hit di Sinatra. Completano il lotto It's Nice to Go Travelling (inedita in questa versione), Fame and Fortune e Stuck on You. Le ultime due erano lato A e B del nuovo 45 giri di Elvis. Segue uno spot per il nuovo film di Presley, G.I. Blues.
Il Colonnello aveva lanciato una campagna di conquista di Hollywood. Fu un fallimento artistico. Elvis pensava di essere il nuovo James Dean ma si trovò risucchiato in una serie interminabile e dimenticabile di «musicarelli» ai quali forniva anche la colonna sonora, con risultati discutibili, anche se la recente ripubblicazione di tutte le canzoni prodotte per i film hanno portato una certa rivalutazione complessiva.
Fatto sta che Elvis, ormai stremato e convinto di aver perso lo scettro, deciderà di fare di testa sua e si lancerà, alla fine del decennio in un altro show televisivo, il Comeback Special, durante il quale si riprenderà il titolo regale, offrendo una performance entrata nella leggenda. Ma il Colonnello riprese il controllo e imprigionò nuovamente Elvis con un contratto infinito a Las Vegas. Elvis voleva suonare dal vivo? Eccolo accontentato... Leggenda vuole che il Colonnello Parker impedisse i concerti, soprattutto all'estero per un motivo particolare: non aveva i documenti in regola per espatriare.
Ma torniamo al 1960.
Lo show Welcome Home Elvis fece ascolti stellari, Presley e Sinatra rimasero in contatto e diventarono amici. Alla morte di Elvis nel 1977, Sinatra espresse il suo cordoglio, affermando: «Faccio un brindisi a un ragazzo meraviglioso che ci ha lasciato ieri. Ha fatto così tanto per la musica americana».
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