La droga? Ne girava. Molta, e da anni. Almeno dal 2007, e «ininterrottamente». Anche per questo, nello scorso luglio due tra i locali più noti di Milano - Hollywood e The Club - sono stati sequestrati. E per una storia di cocaina e tangenti, in cinque sono stati arrestati, tra cui Davide Guglielmini (amministratore unico e gestore della società Vimar, che controlla l’Hollywood e partecipa nella proprieta del The Club). Il tribunale del Riesame confermato i domiciliari per Guglielmini, respingendo la richiesta del difensore del manager.
«La vastità del fenomeno accertata fino al 2007 - scrivono infatti giudici a proposito del consumo di sostanze stupefacenti - , la permanenza nel tempo dello stesso tipo di clientela che fino al 2007 aveva fatto uso di stupefacenti nei locali gestiti da Guglielmini e che aveva scelto quei locali proprio per questo servizio aggiuntivo gestito dai gestori, la circostanza che tale servizio comportava notevoli ricavi aggiuntivi in considerazione della clientela acquisita, inducono a fondatamente ritenere che, in assenza di comprovate modifiche strutturali e organazzative specificatamente mirate a impedire l’uso di sostamze stupefacenti nei locali, tale uso sia proseguito senza variazioni di sorta». Secondo il collegio, «l’indagato nonostante le cessioni di quote, di fatto continua a gestire i due locali frequentati dalla medesima clientela proveniente dal mondo dello spettacolo e dello sport e costituente un forte richiamo per il pubblico».
Domiciliari confermati anche per Rodolfo Citterio, ex membro della Commissione comunale di vigilanza sui locali notturni. Avrebbe messo in piedi «un vero e proprio sistema finalizzato ad agevolare le attività di intrattenimento di imprenditori amici», grazie alla sua «accertata influenza sugli organi comunali di controllo». Nell’ordinanza, i giudici riportano anche i contenuti di un’informativa degli investigatori che fa riferimento ai «rapporti molto amichevoli» tra Citterio e l’ex comandante della polizia locale, Emiliano Bezzon, anche lui indagato. Bezzon, si legge nell’ordinanza, «aveva di fatto favorito Citterio nel celare alla Pubblica amministrazione il mancato rispetto delle norme da parte dei gestori dei locali».
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