Le parole della settimana: Cruciani interrotto, l'intifada in università, rifugiati climatici, baby gang, gli insulti a una giovane malata di tumore, Carlo Acutis, nuovi santi, nuovi eroi
Le parole della settimana: Il coltello del nordafricano squarcia il velo dell'ipocrisia, lo scontro delle civiltà, la voce di Ayaan Hirsi Ali, con o senza velo, donne che preferiscono essere sbranate da un orso, la Marvel femminista rischia di fallire
Le parole della settimana: l'intelligenza artificiale non dominerà il mondo, un mondo a testa in giù, Burioni contro Susanna Tamaro, la fine di TikTok? Brava, Barbara Alberti, profumo di Fassino
Le parole della settimana: Scurati e la “censura”, fascisti e antifascisti, in Iran condannato a morte un rapper, l'anniversario di Guglielmo Marconi, la giornata mondiale del libro, Taylor Swift e i poeti torturati
Le parole della settimana: Giubilei censurato a Bruxelles, nessuno condanna l'Iran, anarchici, ma non troppo, un pensiero al vescovo Mari Emmanuel, Ravenna, una città fuori controllo, all'Isola dei famosi un ragazzo si definisce poeta
Le parole della settimana: valori universalmente condivisi, la patatina della discordia, la magia dello Strega non ammalia più, un Islam occidentale, l'eclissi al tempo delle sette, armi di distrazione di massa
Le parole della settimana: Trento diventa Trenta, Carlà e l'omicidio di Sarkozy, la classifica dei più ricchi, ma i più felici?, un solo Montanelli vale più di mille di quelli che lo imbrattano, Pasqua e Ramadan, la Biennale tra destra e sinistra
Le parole della settimana: quale massoneria vincerà? L'Oscar a Miyazaki, tutti leggano Alda Merini, la poesia di Rocco Siffredi, in un solo quadro sfregiato l'intero occidente, l'aria di guerra fa male alla testa
Le parole della settimana: una prof appoggia le violenze dei brigatisti, tutti a gridare “Free Palestine”, viva Anna Maria Cisint, la banalità dell'8 marzo, Chico Forti tornerà in Italia, la memoria di Lucio Dalla
Le parole della settimana: Rupnik è bello o brutto? Navalny in bianco e nero, Assange non è Navalny, Chiesa o massoneria, i treni non arrivano in orario