Il presidente Usa: "Il popolo egiziano vuole libertà, elezioni libere, un governo responsabile". Video choc: la polizia spara a un manifestante
Strategie: anche nel 1954 l’Egitto chiese a Israele l’appoggio per non perdere il controllo del Sinai. Paura: la zona rischia di diventare una base operativa di Al Qaida, già infiltrata attraverso Gaza
Le violenze spingono molti a prendere le distanze. Tra presa di coscienza e opportunismo
I leader "amic" lo insultano. E la Svizzera fa una legge ad hoc per colpire i tiranni. Quando sono al tramonto
Insieme alla riflessione, costante e preoccupata, sul futuro egiziano, spontaneamente, ci si rivolge alla memoria passata e rivedo i prodromi di quello che è già successo in Iran e in Afghanistan
Nelle strade l’esercito fraternizza coi manifestanti, nei palazzi l’élite si accorda con Obama sul destino di Mubarak: o resta pro forma o lascia. Ma con la garanzia che i Fratelli musulmani rinunceranno alla presidenza. Intanto Teheran cavalca la protesta: "Una vittoria dell'islam contro gli Usa"
In un'intervista il presidente egiziano, sempre più in difficoltà, spiega la sua linea: "Senza di me sarebbe il caos. A Obama ho spiegato che non lascio, lui non conosce il mio Paese". Al Cairo i sostenitori di Mubarak aggrediscono per strada giornalisti e operatori umanitari. L'Ue al regime: "Subito transizione"
Il popolo in piazza e gli Stati Uniti ora hanno fretta di liberarsi di lui. Ma il leader egiziano poteva scappare con il tesoro come Ben Ali. Invece ha tentato di offrire una transizione verso la democrazia, mantenendo la stabilità del Medio Oriente
Sono cresciuti nelle scuole militari d’Occidente assorbendone i valori. Sono gli unici in grado di portare il Paese alle elezioni e di evitare una deriva "iraniana". Ecco dieci buoni motivi per evitare che al Cairo governi il partito fondamentalista