campo rom

A Tor Sapienza, periferia est della Capitale, continua il business dello sversamento illecito di rifiuti. Il prezzo più alto lo paga soprattutto chi abita vicino al campo rom di via Salviati ed è perseguitato da roghi tossici e degrado

Alessandra Benignetti Elena Barlozzari
"C'è sempre una puzza asfissiante, ormai siamo prigionieri dei rom"

Sul Lungotevere di Pietra Papa tornano baracche, discariche e roghi tossici. E a Pasqua i nomadi hanno organizzato anche una grigliata all'aria aperta. I residenti denunciano: "Noi con la mascherina e loro in giro per il quartiere"

Alessandra Benignetti
I rom grigliano all'aria aperta: ecco un'altra favela sul Tevere

Viaggio in un campo rom di Giugliano in Campania, nel Napoletano, dove quasi 500 persone provano a tenere lontano il nuovo coronvirus con le preghiere e affidandosi agli infusi delle donna più anziana del gruppo

Agata Marianna Giannino
La pandemia nel campo rom: "Qui lo curiamo con le erbe"

Il distanziamento sociale, la pulizia degli ambienti e l’igiene personale, soprattutto il lavarsi le mani, sono alcune delle regole principali da seguire per prevenire il contagio da Covid-19. Ma in luoghi dove le condizioni igienico-sanitarie sono precarie, dove mancano i servizi minimi essenziali e le abitazioni sono baracche, spesso sovraffollate, queste raccomandazioni diventano difficili da seguire. Siamo stati in un campo rom abusivo, a Giugliano, in provincia di Napoli, un insediamento ai margini della città dove vivono circa 80 famiglie: quasi 500 persone, di cui più della metà sono minori. Loro, hanno saputo dell’emergenza coronavirus dalla televisione, quella che riescono a vedere perché si sono allacciati illegalmente alla rete elettrica. Fino a qualche mese fa nel campo non avevano nemmeno l’acqua corrente. Si contano sulle dita di una mano gli abitanti della baraccopoli che indossano una mascherina. Qualcuno le ha realizzate a mano per i familiari. La paura per il virus c’è ma non ha cambiato i rapporti sociali nell’insediamento. L’unico distanziamento che mettono in pratica nel campo è da quel mondo esterno da cui già erano emarginati

Agata Marianna Giannino
La vita in un campo rom ai tempi del coronavirus

Dodici i bambini battezzati, famiglie coinvolte nell'attività della parrocchia e una casa trovata alla famiglia di Ginevra, la piccola nata durante lo sgombero di un campo rom abusivo a Giugliano

Agata Marianna Giannino
La battaglia di don Francesco per l'integrazione dei rom

Dal cofano di una macchina a una casa. Nata durante lo sgombero del campo rom avvenuto a Giugliano a maggio scorso, aveva passato i suoi primi giorni di vita in un’auto. Ora, dopo 10 mesi, Ginevra potrà vivere come tutti i bambini. Con il suo papà e con la sua mamma in attesa di un altro figlio, a breve si trasferirà da una baracca a un appartamento preso in affitto nel centro di Giugliano. Si tratta della prima delle famiglie allontanate a maggio scorso dall’accampamento abusivo situato in località Ponte Riccio che riesce a trovare una sistemazione in un alloggio. A renderlo possibile è stato don Francesco Riccio. Dal battesimo di 12 bambini, al coinvolgimento nelle attività della parrocchia, alla ricerca di una casa, l’impegno del parroco della chiesa di San Pio X sta producendo i suoi risultati nell’integrazione di una comunità da decenni relegata ai margini del territorio

Agata Marianna Giannino
La battaglia di don Francesco per l'integrazione dei rom
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