Sono sedute nella biblioteca dell’American University a Yola, nord est della Nigeria
Dalla Tunisia proviene la gran parte di terroristi che hanno colpito l'Occidente. Dalla strage di Nizza a quella di Berlino
Estate del 2010: pubblicata per la prima volta sulla rete una guida dettagliata per compiere attentati
Ci sono i civili, ad Aleppo est. Dai cinquantamila ai duecentocinquantamila. Un numero tanto grande quanto vago. La parte orientale della seconda città siriana è in mano ai ribelli da quattro anni. Le milizie che l'hanno avuta in mano sono le più disparate. Proprio oggi, il Corriere ha pubblicato un articolo in cui viene riportata la testimonianza di un portavoce di Ahrar Al Sham: "Ci sono stati tentativi iraniani di sfruttare la situazione al Aleppo e impedire qualsiasi evacuazione della nostra gente da Aleppo assediata, ma alla fine un accordo è stato raggiunto nonostante l’intransigenza iraniana". Una fonte autorevole? Non proprio. Ahrar Al Sham, ovvero "Uomini liberi della grande Siria", è un gruppo islamista e salafita. In poche parole: sono dei jihadisti. Jihadisti che ora potrebbero nascondersi anche tra i civili in fuga, come è successo in passato sia in Libia che in Iraq.
DACCA – La povertà non c’entra. L’ignoranza neanche. I terroristi che combattono in nome dell’islam radicale in Bangladesh sono i rampolli della borghesia della capitale cresciuti nelle migliori università private. “In passato i jihadisti arrivavano dalle scuole coraniche, ma ora non è più così”, spiega il reporter Ziaul Kabir, autore del libro Militancy & Media, un volume che analizza i link tra terrorismo e mezzi d’informazione
Nadir Benchorfi, legato alla cellula jihadista tedesca Brigata Lohberg, sarebbe stato pronto a colpire in Italia
Individuato e localizzato un altro militante dell'esercito islamico formatosi nel capoluogo lombardo e da qui partito per l'Iraq, dove si trova tuttora a combattere nelle file dell'Isis
Si parla poco, anzi, pochissimo dei cristiani in Medio Oriente. "Non fa notizia", come spiega chi ha deciso di restare nei campi profughi di Erbil
Quattro jihadsiti pentiti rivelano perché hanno abbandonato le file dell’Isis dove i disertori sono sempre di più ma restano radicalizzati