Può un personaggio che si professa liberale, riformista far parte del campo largo che ha disegnato Enrico Letta?
Nel campo più o meno largo di Enrico Letta, già scoppiato prima di nascere, spicca, non ce ne voglia, la figura di Carlo Calenda
A me Calenda non è neppure antipatico, a volte dice cose sensate, ma alla base di quest'alleanza c'è un ragionamento che somiglia a una «supercazzola», una ratio che non persuade
Letta può considerare il centrodestra un avversario, può suscitare in lui pure qualche diffidenza, ma non può certo trattarlo alla stregua di un nemico della democrazia
Siamo tra i Paesi occidentali che si sono mostrati più solidali con l'Ucraina e ci vuole poco per rendersi conto che la nuova cortina di ferro non passa poi così distante da noi.
A volte si resta sorpresi per come il lessico misuri con precisione millimetrica il degrado della politica
Il centrodestra è capace come nessun altro di farsi male da solo, di sbandare su un rettilineo o di bucare, per imperizia o sbadataggine, il pneumatico dell'auto che lo dovrebbe portare a Palazzo Chigi
È andato avanti per due anni a dissertare sul centro, ad elogiare i valori liberali, a teorizzare il "correre da soli" per evitare di inquinare la propria identità. Poi Carlo Calenda ha lanciato il contrordine compagni
Le suggestioni in politica o determinano grandi cambiamenti, o sono foriere di grossi guai per chi ci crede.
Il leader di Forza Italia al "Giornale": "Non mi aspettavo che finisse così, sono stato io al principio del 2021 a chiedere la nascita di questo governo come risposta alle emergenze del Paese.