E' mattino presto, quando il treno regionale dei frontalieri parte dalla stazione di Ventimiglia, per recarsi a Nizza. Alla prima fermata francese, quella di Menton Garavan, sale la police. Non sono neppure le 6.30. I passeggeri, ancora mezzi addormentati, assistono al fuori programma con gli agenti che forzano la porta delle toilette, convinti che all'interno possano nascondersi dei clandestini. Alla fine usciranno 8 stranieri e tra loro anche un bambino in braccio al padre. I migranti irregolari verranno riammessi alle autorità italiane, da dove sono entrati.
Sono stati momenti di panico nel centro di Savona, dalle parti di piazza Diaz, per un senegalese che ieri ha dato in escandescenze. Nel video che vi mostriamo: un passante cerca di intervenire per riportare lo straniero alla calma, che invece reagisce scalciando e sferrando pugni. In pochi istanti, la strada si trasforma in un ring per un incontro di boxe. Il passante riesce a tenergli testa e alla fine la zuffa si sposta a terra. Successivamente interverranno anche gli agenti della locale questura. Tutti e tre finiranno in ospedale. L'agente, in particolare, riporterà la ferita a un occhio con prognosi di circa 10 giorni.
Sono ore di angoscia per i frontalieri italiani costretti a subire code chilometriche, in prossimità del valico di Ponte San Ludovico, a Ventimiglia, a causa dei meticolosi controlli da parte delle autorità francesi. E' da alcuni giorni, infatti, che si verificano rallentamenti estenuanti per chi deve andare al lavoro in Francia o nel Principato di Monaco. Il segretario dei Frontalieri Autonomi Intemelii, Roberto Parodi, parla di "ritorsione". Il motivo? Difficile da stabilirlo, anche se si sospetta che possa legato a motivi commerciali, dovuti al fatto che proprio oggi, nel giorno della apertura delle frontiere con l'Italia, centinaia di francesi si sono riversati a Ventimiglia per acquistare sigarette, liquori e generi alimentari, decisamente più a buon prezzo
Bordate contro il governo Conte accusato di aver ridotto l'Italia alla fame. Un centinaio di partite iva hanno celebrato, a Sanremo, il funerale delle imprese. Una ventina le categorie rappresentate: c'erano imprenditori, esercenti ed artigiani, che hanno mostrato sul petto un manifesto funebre con su indicata la propria categoria: dalle palestre, agli agenti di viaggi, passando per i bar e i ristoranti. La manifestazione è stata presidiata da un nutrito gruppo di forze dell'ordine.
"Quelle disposizioni ci ammazzeranno, così è impossibile riaprire". E' un mantra che risuona, giorno e notte, tra gli esercenti di Sanremo, che oggi hanno celebrato il funerale delle proprie attività. A parità di spese, ma con incassi che crolleranno di almeno il settanta per cento: chi gestisce un bar o un ristorante non ne vuole sapere di riaprire. Sotto accusa c'è il governo Conte dal quale non sono ancora arrivati degli aiuti concreti. Nelle voci degli intervistati, dunque, ascoltiamo il dramma di chi rischia di perdere tutto.
Circa 200 partite Iva hanno riempito piazza Colombo, nel pomeriggio, a Sanremo, per portare l'attenzione sulle disastrose condizioni economiche in cui si trovano molti imprenditori, commercianti e artigiani e per chiedere garanzie al governo Conte. Il premier, in particolare, è accusato di aver raccontato solo bugie agli italiani, tralasciando i veri aiuti. Mantenendo le distanze di sicurezza e armati di mascherina, i manifestanti hanno improvvisato una distribuzione di pane e cipolle, per sottolineare come le categorie siano ormai alla fame. Non sono mancate accuse ai sindacati e alle associazioni dei lavoratori, considerati troppo distanti in un momento cruciale per l'Italia.
Oltre 200 partite Iva hanno improvvisato un flash mob di protesta, nel pomeriggio, a Sanremo, distribuendo pane e cipolle, a riprova che le categorie produttive sono ormai alla fame. Accuse pesanti sono state mosse contro il governo e il premier Conte, quest'ultimo additato come un pinocchio. Imprenditori, artigiani, commercianti, professionisti, ma anche dipendenti, hanno chiesto garanzie e aiuti concreti. "Non è una minaccia quella di oggi - ha affermato Maurizio Punto, uno degli organizzatori - ma se continuerà in questa maniera, saremo costretti ad alzare i toni della protesta, che resterà comunque sempre pacifica". Molte le persone che hanno sottolineato la difficoltà ad assicurare il sostengo della propria famiglia.
"Caro Conte, a queste condizioni, mi costringi a chiudere. Quando ci sarà la riapertura, consegnerò la chiavi al sindaco, ma poi verrò a Roma a incontrarti, perché voglio che mi guardi in faccia". A parlare è Corrado Sbano, 42 anni, originario di Casaluce, in provincia di Caserta, ma da anni ormai abitante al confine italo francese di Ventimiglia. Dopo diciotto anni da frontaliere a Montecarlo, con i risparmi di una vita apre un bar-trattoria nel quartiere popolare di Roverino, ma alle condizioni dettate del premier per riaprire, si vede costretto quasi certamente a gettare la spugna. Le ragioni e lo sconforto per questa decisione le illustra lui stesso in un lungo video.
Il sindaco di Ventimiglia (Imperia), Gaetano Scullino (indipendente di area centrodestra) si è scagliato contro la protezione civile di Roma per le mascherine recapitate al Comune e destinate al personale. “E' venti giorni che aspettiamo le mascherine - afferma il primo cittadino, in un video che è già diventato virale -. Ieri la Protezione civile di Roma ha portato questi stracci. Adesso noi, in effetti, non li buttiamo via, ma li usiamo per togliere la polvere"
L'ingresso in territorio francese può avvenire solo per giustificato motivo e così anche le autorità transalpine, come giorni fa quelle italiane, hanno emesso un modulo di autocertificazione che i frontalieri o chiunque altro debba espatriare, è tenuto a compilare sotto la propria responsabilità. Alla frontiera vengono fermati quasi tutti i veicoli in transito e chi non è in regola, viene invitato a tornare in Italia. Per i frontalieri che devono recarsi nel Principato di Monaco, inoltre, è richiesta una dichiarazione del datore di lavoro, ma data la chiusura di molte attività del settore turistico, sono ormai rimasti in pochi i nostri connazionali ancora in servizio.