Giuseppe Conte

La Turchia è un grande Paese nevralgico sulla scacchiera mondiale, eppure in Italia si sa poco della sua cultura. E in particolare si sa poco della sua poesia, che è rigogliosa e vitale. Il libro di Tugrul Tanyol appena pubblicato, Il vino dei giorni a venire (Giuliano Ladolfi editore, pagg. 276, euro 20) lo testimonia

Giuseppe Conte
Tugrul Tanyol, turco e laico fra Aragon e i sufi

Gli era permesso criticare antisemitismo, burocrazia e residui di stalinismo, ma che in qualche modo era destinato al ruolo di poeta ufficiale, se non omologo al potere sovietico, certo non fastidioso o pericoloso per esso

Giuseppe Conte
Evgenij Evtusenko, voce di una generazione e dissidente con cautela
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