Nella piazzetta centrale di Jolfa, quartiere armeno a maggioranza cristiano di Isfahan, alcuni uomini sulla settantina si sono radunati di primo mattino. Seduti sulle panchine e sui muretti, all’ombra del pino per ripararsi dal caldo, parlano del più e del meno. Tutto intorno la vita scorre normale
Non tutti gli europei che vanno in Siria sono foreign fighters. Esiste una massa di disadatti che fugge dalla miseria interiore imbracciando un kalashnikov con stampato il marchio delCaliffato, ma c’è anche un esercito di angeli che ricerca l’eroismo nelle piccole cose. Si chiamano Sos Chrétiens d’Orient (Sos cristiani d’Oriente) e vivono a Damasco da più di un anno
È una delle notizie più importanti che arrivano dalla Siria. Maloula, l’antico villaggio cristiano dove si parla ancora aramaico, sta tornando a vivere. In questo Paese, crocevia di etnie e minoranze religiose, era diventata il simbolo di tolleranza e rispetto di un mosaico culturale unico al mondo. Non a caso Bashar Al Assad, uomo di confessione alawita, l’aveva visitata a più riprese dopo la liberazione, più precisamente il giorno di Pasqua, per mostrare la sua vicinanza alla sua popolazione
I soldati russi pattugliano il sito, mentre la gente cerca di tornare alla normalità. Ma il pericolo del Califfato incombe...
"Gli Occhi della Guerra" incontrano padre Neuman, che racconta di come i terroristi hanno "trappolato" la città
"Gli Occhi della Guerra" ad Al Qaryatayn, dove i jihadisti hanno distrutto il monastero di Sant’Elian
"Gli Occhi della Guerra" nella città siriana martoriata dai razzi ribelli. E dove si cerca di tornare alla vita normale
Il popolo siriano è chiamato a votare per il rinnovo dell'assemblea legislativa: tra speranze per il futuro e timori per il presente la democrazia è chiamata a una nuova, ennesima, prova
Il Paese alle urne per rinnovare il Parlamento: 25mila candidati in corsa per 250 seggi. La Siria non si fa dare lezioni di democrazia
Davanti a 300 persone, nella cornice del Santuario romano di San Salvatore in Lauro, Alain De Benoist, Marcello Foa e Luca Giannelli hanno dibattuto criticamente sul ruolo degli Stati Uniti nel mondo