"Stop alle donne trans dai tornei femminili di scacchi". La decisione della Federazione

Fa discutere il nuovo regolamento della Federazione internazionale degli scacchi: ecco i motivi di questa decisione

"Stop alle donne trans dai tornei femminili di scacchi". La decisione della Federazione
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Svolta nel mondo degli scacchi: le donne transgender non potranno più partecipare nelle competizioni femminili a partire da lunedì 21 agosto. Il nuovo regolamento dalla Fide (l'Internationl Chess Federation) stabilisce che le persone che hanno cambiato il loro genere "da maschio a femmina" non avranno più diritto per i prossimi due anni a prendere parte a questo tipo di gare. Dopo questo scadenza temporale, se ne riparlerà. In questo periodo lungo ventiquattro mesi il Consiglio della Fide si riserverà di approfondire la questione con "ulteriori analisi".

I tornei ufficiali e le classifiche sono tutti collegati all'Id Fide, che è il numero individuale assegnato a un giocatore di scacchi dalla federazione: il divieto riguarderà i giocatori di scacchi che hanno cambiato la loro identità di genere dopo la registrazione con il proprio Id. Come ha dichiarato al New York Times Dana Reizniece-Ozola, vicepresidente del consiglio di amministrazione dell'organizzazione, "la federazione ha ricevuto diverse richieste per registrare i cambiamenti di genere" e ha così deciso "di stabilire una nuova procedura". Sotto questo punto di vista il regolamento parla molto chiaro: "Se un giocatore detiene uno dei titoli vinti in competizioni femminili, ma il genere è stato cambiato in un uomo, allora questi devono essere aboliti", prosegue il testo. "Possono essere rinnovati solamente se la persona cambia di nuovo il genere in una donna, ma se un giocatore ha cambiato sesso da uomo a donna allora restano ammissibili tutti i titoli precedenti".

Inutile sottolineare come questa scelta abbia scatenato una serie di polemiche, soprattutto da parte di scacchiste. Come nel caso di Yosha Iglesias, giocatrice di scacchi professionista e donna trans, che definisce "straziante e inutile" la decisione della Fide. "Non c'è alcun vantaggio biologico. Non si tratta di biologia, ma di psicologia e sessismo. Dicono di non essere contro i trans, di lottare per proteggere lo sport femminile, ma questo dimostra che non è così". Jennifer Shahad, importante giocatrice di scacchi e campionessa femminile degli Stati Uniti, che dichiara: "La politica transgender della Fide è ridicola e pericolosa. È ovvio che non si sono consultati con nessuna giocatrice transgender per costruirla".

In tutto questo discorso c'è da tenere conto di un elemento: la quasi totalità dei tornei di scacchi non prevede la divisione delle categorie di genere in maschili e femminili. Salvo l'esistenza di alcuni campionati ufficiali in cui è prevista la sola competizione tra donne. Al contrario, invece, non esistono tornei solo maschili di scacchi.

Quelli riservati alle giocatrici, infatti, furono ideati proprio con l'obiettivo di dare una spinta alla presenza di donne in questo sport, dove tendono a essere molto poche e con una scarsa visibilità. Non è quindi escluso che la Fide voglia vederci più chiaro per comprendere quale sia il percorso migliore da intraprendere.

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