Uno sguardo sulla vita e sulla morte di una potente regina egizia. Si tratta di Ahhotep, al centro della corte dei faraoni, in un'epoca di guerre, attorno al 1550 a.C., che segnò un profondo cambiamento sulle rive del Nilo, agli albori del nuovo regno e durante il sanguinoso scontro con gli Hyksos, misteriosi invasori venuti dal mare.
Di tutto questo parla il libro dell'egittologo dell'Università di Pisa, Gianluca Miniaci, Il tesoro perduto della regina Ahhotep. Una donna alla riconquista dell'Egitto antico, che rimette in fila le vicende principali di una storia dimentica. Il volume, pubblicato da Carocci, nasce infatti con l'intento di divulgare i risultati dell'Ahhotep Project, un progetto di ricerca internazionale diretto da Miniaci con la collaborazione del Museo Archeologico di Luxor, l'Institute of Archaeology dell'University College di Londra, il Museo del Louvre e il Museo Egizio del Cairo.
Partiamo dall'archeologia: a scoprire il sarcofago dorato della regina fu Auguste Mariette (1821 - 1881). Dentro c'era un tesoro inestimabile: oltre 70 oggetti fra cui molte armi, bracciali, collane, amuleti, pendagli, tutti in oro, argento, bronzo, pietre preziose, come lapislazzuli e corniola, e legno di cedro del Libano. Questo tesoro verrà valorizzato grazie al team dell'Ateneo pisano che allestirà una nuova sala su Ahhotep al Museo Egizio del Cairo.
Ma gli oggetti sono solo il punto di partenza per accedere alla storia.
Il libro racconta la vita e la politica dell'Egitto all'epoca di Ahhotep, la lotta mortale con gli Hyksos, che portò alla caduta di un faraone dopo l'altro, con nel mezzo anche il disastro climatico della terribile eruzione del vulcano di Santorini. A far fronte alla crisi furono proprio le regine egiziane che si erano imposte a livello politico sia nazionale che internazionale.
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