Eni apripista della ricerca anche con i suoi Nobel. È il germoglio del futuro

Descalzi: "Gioco di squadra per l'innovazione". Zafarana: "Occorre la neutralità tecnologica"

Eni apripista della ricerca anche con i suoi Nobel. È il germoglio del futuro
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Il vento dell'innovazione e dello sviluppo sostenibile ha attraversato ieri le sale del Quirinale in occasione della cerimonia di consegna degli Eni Award 2024. Le eccellenze mondiali della ricerca nei campi dell'energia e dell'ambiente sono state infatti premiate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso dell'evento aperto dagli interventi di Giuseppe Zafarana e Claudio Descalzi, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Eni. Giunto alla sua sedicesima edizione, il prestigioso riconoscimento attribuito alle nuove generazioni di ricercatori ha confermato l'impegno di Eni nel favorire la sostenibilità e l'accesso all'energia, in accordo con i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Ad accomunare le ricerche, valutate da una speciale Commissione scientifica, il carattere innovativo e la capacità di incidere sul futuro del Pianeta.

«La transizione energetica, se realizzata con un approccio pragmatico e improntato alla neutralità tecnologica, potrà realizzare gli obiettivi fissati realizzando un modello energetico più sostenibile, efficiente, diversificato e resiliente. Siamo consapevoli che la transizione energetica non ha una sola ricetta», ha dichiarato Zafarana. Proprio per questo motivo ha proseguito il gruppo «continua con impegno e proattività a investire nell'innovazione tecnologica». In questo senso, «Eni Award dimostra proprio quanto Eni creda in un approccio in cui la collaborazione tra tutti gli attori in gioco sia fondamentale per accelerare lo sviluppo e l'applicazione di nuove tecnologie». A ribadire il messaggio, rimarcando l'importanza della progettualità strategica, è stato Descalzi. «Questo è un momento particolare non solo perché c'è la transizione in atto ma perché stiamo vivendo con le guerre una situazione non semplice, di frammentazione della globalizzazione. La ricerca in questo dà un contributo non solo tecnico ma anche di unione, però ha bisogno di continuità, non di isole, e di essere connessa», ha evidenziato Descalzi. Quindi ha messo in luce il bisogno di investire «in un processo industriale e commerciale che sia reale», inserendo la ricerca «in una catena del supply». La ricerca ha aggiunto il top manager dal Quirinale «è un seme che deve trovare un terreno. Il mio vuole essere un messaggio di passione».

Da anni, attraverso gli Eni Awards, Eni contribuisce a far germogliare quel seme. A tal proposito, ieri il presidente Sergio Mattarella ha premiato Marc Fontecave del College de France (Francia) per la sezione Transizione Energetica; Nam-Gyu Park della Sungkyunkwan University (Corea del Sud) per la sezione Frontiere dell'Energia e Holger Braunschweig della Julius-Maximilians-Universitat Wurzburg (Germania), nella sezione Soluzioni Ambientali Avanzate, per la sua ricerca sulla riduzione dei rifiuti e degli elementi tossici attraverso la funzionalizzazione diretta dell'azoto con elementi leggeri senza metalli di transizione. Il riconoscimento come Giovane Ricercatore dell'Anno è stato assegnato a Elvira Spatolisano e Stefano Toso. Come Giovani Talenti dall'Africa sono stati insigniti Favour Agbajor, Petra Kienyiy Chui, Lakhdar Hamidatou e Nomthandazo Precious Sibiya.

Nella stessa circostanza, Mattarella ha altresì conferito i Riconoscimenti all'Innovazione Eni e la menzione speciale Eni Joule for Entrepreneurship a tre startup che si sono particolarmente distinte per l'innovatività e la sostenibilità dei progetti imprenditoriali proposti.

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