Jannick il "peccatore" in cima al mondo, i poeti non li ammazza neanche Hamas. Le parole della settimana

Le parole della settimana: Jannick il "peccatore" in cima al mondo, i poeti non li ammazza neanche Hamas, lo sbarco in Normandia, calano i tassi, ma non troppo, la fine del Green Deal, la banconota per Trump

Jannick il "peccatore" in cima al mondo, i poeti non li ammazza neanche Hamas. Le parole della settimana
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Proviamo a dare un po' di colore poetico alle notizie in bianco e nero che circolano sul web, di seguito alcuni dei fatti più cliccati della settimana visti attraverso un filtro a colori

Jannick il "peccatore" in cima al mondo

Da lunedì Jannick Sinner, il “peccatore” (dal significato del suo cognome in inglese), è numero 1 della classifica ATP. L'Italia per la prima volta nella storia esprime il miglior tennista del mondo. È vero che il passaggio di classifica è avvenuto tecnicamente per il ritiro di Djokovic dal Roland Garros, ma già da tempo i tecnici di tutto il mondo concordano nel dire che Jannick è il migliore. Ora anche i numeri sanciscono questo primato. Speriamo che l'Italia accolga questo record accrescendo il proprio interesse per questo sport. Viva Sinner, viva il tennis.

I poeti non li ammazza neanche Hamas

Amiram Cooper era un poeta, anzi è un poeta, perché i poeti non muoiono mai, neanche quando vengono trucidati da Hamas. Amiram Cooper era uno dei 240 ostaggi israeliani presi da Hamas, aveva 85 anni, pochi giorni fa la notizia della sua morte. Lo salutiamo con i suoi versi (trad.mia) "Dov'è il canto?/ Il canto d'amore/ che germoglia nelle cavità del cuore/ perché vaga da solo per le strade? e si insinua nelle pagine come tristezza? /Per le strade tempestose/ e i giardini fiorisce nel vento/ Cammina con dolore/ cercando un seno dove riposare".

Lo sbarco in Normandia

Il 6 giugno 1944, 80 anni fa, gli americani sbarcavano sanguinosamente in Normandia, quello sbarco ha segnato il destino della seconda guerra mondiale e quindi dell'Europa, rendendo più vicina la sconfitta nazi-fascista. Da allora l'Atlantico si è fatto più stretto e oggi dopo otto decenni in tanti, da ogni fronte, pongono questioni sul rapporto fra America ed Europa. Perché questo dialogo sia proficuo serve comunque ripartire da qui e dalla consapevolezza di ciò che ha significato lo sbarco in Normandia.

Calano i tassi, ma non troppo

I rapporti fra i due lati dell'Atlantico possono anche diversificarsi, per la prima volta dal 2019 la Banca Centrale Europea di Christine Lagarde ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base, smarcandosi inaspettatamente dalle mosse della Federal Reserve Bank americana. I numeri stanno a significare una cosa: il costo del danaro si abbassa e con lui i tassi che paga chi ha un mutuo a tasso variabile. Ma il mercato delle obbligazioni sembra seguire l'andamento d'Oltreoceano, anche perché questo taglio, che potrebbe essere l'unico, sembra essere inferiore a quanto ci si aspettava. Tutto il fluire dell'umanità è fatto di cicli e onde, servono tavole giuste e bravi surfisti per rimanere in piedi almeno per un po'.

La fine del Green Deal?

E a proposito di cicli e onde, a breve, con i nuovi equilibri europei si saprà che fine farà il cosiddetto “Green Deal” - chissà perché poi in inglese - la grande mossa politica europea fortemente voluta da Ursula von der Leyen riguardo all'ambiente. Applicazione concreta di derive ideologiche fuori controllo, prevede tra le altre cose la cosiddetta direttiva “case green” (ancora in inglese), cioè la ristrutturazione onerosa a carico dei cittadini delle case non in linea con stringenti norme anti CO2 e anche quelle norme che già oggi consentono di finanziare gli agricoltori per non coltivare i campi e strappare così il territorio all'agricoltura. Vogliamo tutti il bene dell'ambiente, sarebbe bello dimostrarlo in modo realistico e armonioso.

Una banconota per Trump

Intanto gli Stati Uniti si preparano per le elezioni presidenziali, quelle che potrebbero cambiare gli equilibri di tutto il mondo, fatto piuttosto poco

considerato in Italia. Questa settimana abbiamo scoperto che i repubblicani sembrano molto fiduciosi della propria vittoria, se è vero che alla Camera discutono di far stampare banconote da 500 dollari con sopra la faccia di Trump.

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