A unirsi al coro di indignazione collettiva contro le parole utilizzate dal ministro Francesco Lollobrigida - sul lavoro sui campi che è più nobile che prendere il reddito di cittadinanza - ci mancava soltanto Selvaggia Lucarelli. La giornalista del Fatto Quotidiano, con l'obiettivo di dileggiarlo, ha tentato di puntare il mirino sul responsabile del dicastero dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare, il quale domenica scorsa al Vinitaly si era espresso sull'attuale tema relativo al grande bisogno di manodopera nelle campagne del nostro Paese. Tuttavia il commento dell'opinion leader originaria di Civitavecchia si è rivelato un clamoroso autogol.
La frase del ministro e la battuta della Lucarelli
Domenica scorsa, a Verona, Lollobrigida si era rivolto ai giovani italiani e ha fatto notare loro che "non è svilente" immaginare di lavorare nel settore agricolo. Anzi, aveva indicato in maniera molto chiara quello che, a suo giudizio, non rappresenta affatto un vero principio da seguire quando si parla di occupazione. "Quello che non è un modello di civiltà è non andare a lavorare, stare sul divano e gravare sulle spalle altrui col reddito di cittadinanza", aveva sottolineato il ministro. Apriti cielo. Immediate furono le veementi (nonché capziose) reazioni politiche delle opposizioni. Ma, per volere dire la sua, si è voluta inserire nel dibattito anche Selvaggia Lucarelli.
Ma quindi Il ministro Lollobrigida, quello per cui anziché stare sul divano col reddito di cittadinanza i giovani dovrebbero andare nei campi, si è laureato dal divano di casa all’università telematica Cusano. ;) pic.twitter.com/R0qgtHAwiC
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) April 4, 2023
L'editorialista del Fatto ha deciso di attendere giusto quei due giorni di riflessione per poi giocarsi il jolly del tweet "ironico". Il post, rivelatosi poi un incredibile boomerang, recitava infatti così: "“Ma quindi Il ministro Lollobrigida, quello per cui anziché stare sul divano col reddito di cittadinanza i giovani dovrebbero andare nei campi, si è laureato dal divano di casa all'università telematica Cusano". Il suo pensiero viene poi completato con il classico emoticon che strizza l'occhio - quasi a compiacersi di una battuta che però, alla fine dei conti, non è stata particolarmente apprezzata sui social - e dallo screenshot del curriculum del ministro.
Lo sdegno sui social contro la giornalista
Quello che infatti è risultato altamente stonato per via almeno due elementi. Il primo è lo snobismo con il quale la Lucarelli dimostra di derubricare le università telematiche a un gruppo di studenti analfabeti privi di strumenti socio-culturali. Su questo punto, un utente di Twitter la fulmina in cinque secondi di orologio: "Io sono uno studente della Cusano e garantisco impegno e professionalità da parte dell'ateneo, ma capisco anche i luoghi comuni itaGliani che se non sei laureato alla Sapienza vali zero. Ogni tanto un po' di rispetto ci vorrebbe".
Il secondo nodo poco chiaro è la totale mancanza di un mimino collegamento logico sensato tra chi resta seduto sul divano a prendere il reddito di cittadinanza e chi invece studia magari anche rimanendo sul divano, perché frequenta un'università telematica. Università che, come le fanno notare su Twitter, può essere per definizione frequentata in qualsiasi parte del mondo in quanto non contempla la presenza.
Senza contare pure che, grazie allo smartworking, anche tra gli "occupati", si possono trovare persone (giornalisti compresi) che lavorano seduti sul proprio sofà senza che, per questo motivo, possano essere definiti automaticamente dei fannulloni. Altrimenti, per coerenza, anche la stessa Lucarelli potrebbe essere definita tale. Visto la figuraccia, per parafrasare il titolo di un film di Woody Allen, si potrebbe dire: provaci ancora, Selvaggia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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