"Mi ci gioco...". Il Milan, la Schlein e la Meloni: le profezie (sbagliate) di Scanzi

Era sicuro che Pioli sarebbe stato esonerato ma domani sarà in panchina. Ecco tutte le profezie toppate dal giornalista

"Mi ci gioco...". Il Milan, la Schlein e la Meloni: le profezie (sbagliate) di Scanzi
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E con questa sono (almeno) tre. Andrea Scanzi cade in un'altra profezia che, alla luce dei fatti, non si è per niente avverata. Dopo le scommesse perse su Giorgia Meloni ed Elly Schlein, il giornalista del Fatto Quotidiano è scivolato su un'altra previsione per la quale - se si dovesse veramente seguire alla lettera quanto promesso nei suoi video editoriali - le conseguenze fisiche sarebbero devastanti per lui.

La profezia su Pioli

Partiamo da questa sua ultima sua discussa frase. Siamo al 6 febbraio 2023: Scanzi sta commentando il disastro del Milan che era esploso dopo la "bellezza" di cinque sconfitte consecutive tra Campionato, Coppa Italia e Supercoppa Italiana. Da tifoso rossonero doc, lo scrittore aretino è demoralizzato per quelle che sono state le prestazioni e i risultati della squadra di tutto il pessimo mese di gennaio. Il titolo del filmato pubblicato sul proprio canale YouTube e Facebook era più che eloquente: "La crisi del Milan è irreversibile (ma non scriverò mai #pioliout)". Andrea Scanzi sosteneva in sintesi questo: le responsabilità del Milan non potevano essere addossate tutte all'allenatore che otto mesi prima aveva condotto i rossoneri alla vittoria dello scudetto.

La formazione stava attraversando un pessimo periodo e le colpe erano necessariamente da redistribuire anche (per non dire soprattutto) alla società e ai preparatori atletici. Poi, ecco il messaggio "incriminato" riguardo al futuro del tecnico emiliano: "Mi gioco entrambi gli zebedei che Stefano Pioli non sarà più l'allenatore del Milan la prossima stagione. Nel 2023-2024 non ci sarà per niente sulla panchina". Risultato? Il Milan ha cominciato ufficialmente la nuova stagione con ancora Stefano Pioli.

Il pronostico sulla Schlein

Ora, nessuno naturalmente può pretendere che Scanzi si castri (magari in diretta streaming). Anche perché bisogna sottolineare che lui tifasse a favore della conferma della permanenza di Pioli a Milanello; e quindi è stata più una "gufata" a livello affettivo che una vera e propria profezia. Resta tuttavia il fatto che questa dichiarazione va a sommarsi ad almeno altre due che sono state a dir poco scioccanti con il senno di poi. Sempre sei mesi fa (per la precisione il 22 febbraio) l'editorialista del Fatto era sicuro di come sarebbero finite le primarie del Partito Democratico: "Secondo me non c'è nessuna suspense. Questo ve lo dico da anni: il prossimo segretario del Partito democratico sarà Stefano Bonaccini. Se io domenica sera sbaglio - proseguiva - non dico divento interista, ma come forma di penitenza alle prossime elezioni regionali voto la Meloni, voto Donzelli. Per dire quanto per me non ci sia nessuna forma di suspense. Per me non c'è storia". Trionferà la Schlein, ma Scanzi non manterrà la promessa.

Il futuro della Meloni

Come dimenticare, infine, la lungimiranza sul consenso per Fratelli d'Italia? "Senza Berlusconi, Meloni non va da nessuna parte. Che fa senza Berlusconi? Prende il 5 percento? E che ci fa? Cos'è, pensa di prendere il 30 per cento? Non faccia come Alfano che diceva 'prendo il 10' e poi ha preso il 3. I numeri sono quelli".

Era il 27 settembre 2017 e in quella puntata di Otto e Mezzo, su La7, era ospite anche Giorgia Meloni, la quale rispose molto tranquillamente alle sue obiezioni? "Ma chi lo dice che io non prenderò più del 5 percento?" Aveva ragione lei: lo scorso 25 settembre non fu 30 per cento, ma poco ci mancava. Dunque è ufficiale: se Scanzi prevede qualcosa di negativo nei confronti di una persona, quest'ultima ha tutto il diritto di festeggiare immediatamente. Garantisce il Fatto.

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