Per quanto siano universalmente riconosciuti come frutto e simbolo di ignoranza e spesso anche di stupidità, stereotipi e preconcetti sono vere e proprie erbacce difficili da estirpare in molte società. Gli italiani ne sanno decisamente qualcosa, visto che, complici film di successo e serie tv, in moltissimi paesi stranieri sono automaticamente associati a pasta, pizza e mandolini (sebbene siano numerosissimi gli abitanti dello Stivale che non hanno mai visto uno di quegli iconici strumenti musicali in tutta la loro vita).
Se questi cliché ancora forse riescono a strappare annoiati sorrisi tra uno sbadiglio e l'altro, il discorso cambia quando gli italiani vengono collegati in maniera offensiva, fasulla e idiota ad una tragedia costata la vita a tante persone come la mafia. Per questo motivo una food blogger italiana molto popolare in Germania si è indignata sui social in modo molto veemente, quanto sacrosanto, dopo che le era stato richiesto di pubblicare la ricetta della cosiddetta "pasta mafiosa".
Un piatto controverso che non ci degneremo neppure di descrivere che purtroppo non è difficile trovare in molti ristoranti tedeschi. In questi locali spregiudicati non solo si usa il nome della mafia per attirare clienti ma si banalizza anche la gravità e l'impatto della criminalità organizzata sulla società. La foodwriter Vicenzino ha espresso tutta la sua frustrazione in un post ben presto divenuto virale, sottolineando come la pratica di proporre e servire al pubblico la pasta mafiosa sia un vero affronto verso tutte le vittime delle mafie e dei loro familiari.
"Non può essere accettato che la cultura e la cucina italiane vengano sminuite e ridotte a stereotipi negativi e infamanti" ha scritto la blogger. Utilizzare il nome di un grande male sociale come è la mafia non è solamente di cattivo gusto, insulta tutti coloro che hanno sofferto e soffrono per le attività criminali. La polemica ha iniziato subito a serpeggiare sul web, moltissimi utenti si sono schierati con la Vicenzino chiedendo ai ristoranti di cessare l'uso di nomi mafiosi per i loro piatti, altri però hanno difeso la libertà creativa della gastronomia, sostenendo che tali nomi sono usati in modo ironico e non dovrebbero essere presi troppo sul serio.
Non bisogna mai dimenticare però che la libertà di espressione vale soltanto fino a quando non si lede la
dignità e la libertà del prossimo e ciò vale anche per la gastronomia e la cucina. Rappresentano alcuni dei più grandi piaceri della nostra vita, non bisogna infangarle associandole a nefandenzze come la mafia e il razzismo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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