"Sionisti baroni". Cosa scriveva la nuova star della sinistra antifascista

In occasione di una manifestazione pro-Pal, Emma Ruzzon si scagliava contro gli ebrei e auspicava l’interruzione delle collaborazioni con le università di Israele

Emma Ruzzon
Emma Ruzzon
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Attacci contro Israele, ebrei definiti come “sionisti baroni” e, ovviamente, avanguardia della lotta senza quartiere per stoppare gli accordi tra università italiane e atenei israeliani. Ecco il curriculum di Emma Ruzzon, la nuova giovane paladina di una sinistra ossessionata da un Ventennio che non esiste e sempre alla ricerca di una star da contrapporre all’esecutivo di Giorgia Meloni. È sempre lei, la studentessa 24 enne che durante la cerimonia ufficiale dell'inaugurazione dell'803° anno accademico dell'Università di Padova, si è tolta la camicia nera in segno di protesta contro il governo.

Un gesto considerato “rivoluzionario” e antifascista. “Molti in questo Paese dovrebbero davvero sfilarsi la camicia nera, ha dichiarato la rappresentante del Consiglio degli studenti. Insomma, una metafora da scagliare contro il governo delle camicie nere per eccellenza. “La storia ci insegna a leggere i segnali, anche quando si presentano in modo diverso, ma se qualcuno non vuole proprio coglierli, davvero è necessario vedere le camicie nere in giro?”, ha aggiunto la studentessa. “Oggi ho questa camicia perché l'occasione richiede formalità, ma se proprio serve parlare il linguaggio dei simboli facciamo che me la tolgo: credo che molti, in questo Paese, dovrebbero sfilarsela per davvero”, ha concluso la nuova partigiana.

Parole che vanno lette in combinato disposto con le recenti dichiarazioni sulla polveriera mediorientale che la stessa Ruzzon aveva consegnato al suo Ateneo. L’occasione era ghiotta: sotto le aule dell’Università di Padova andava in scena l’ennesima protesta anti-Israele. Quale miglior momento per scagliare un attacco preventivo contro qualsiasi accordo universitario con Israele.

“Non mi dilungherò per l’ennesima volta- scriveva in un post- a chi accusava parte di Udu di non aver fatto abbastanza sullo spiegare quanto il Senato accademico, quello sì, sia pieno di sionisti baroni con cui noi (tre persone) ci troviamo a litigare non da ottobre, ma da anni, ogni singola in cui votavamo contrari agli accordi con Israele”. Insulti agli ebrei che la stessa rettrice dell’Università ha subito derubricato a parole “volgari e offensive”. Chissà se la sinistra italiana continuerà ad osannarla.

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