L’ondata pacifista e pro accoglienza ad ogni costo ha travolto perfino le Università Italiane. Nel luogo del sapere l’ideologia entra di diritto nelle aule e ne modifica i comportamenti, le relazioni e, come se non bastasse, lo stesso percorso formativo degli studenti. È proprio in nome di questi presupposti che il Senato accademico dell’Università per Stranieri di Siena ha deciso di non rinnovare la convenzione di tirocinio e orientamento con la Marina Militare, in scadenza a maggio.
L’Università capitanata dal prof rosso per eccellenza, Tomaso Montanari, ha ritenuto di non includere nell’offerta di tirocini dell’Ateneo la presenza a bordo delle navi militari italiane nell’ambito delle esercitazioni "Mare aperto" in collaborazione con la Nato. Insomma, i ragazzi non potranno fare questa esperienza lavorativa tendente, sempre secondo la logica della sinistra, a un’idea di militarizzazione costante. Al suo posto, e qui si passa alla farsa, si è preferito rafforzare “percorsi alternativi, come quelli con le Organizzazioni non governative operanti nello stesso teatro mediterraneo”.
La dottrina rossa al suo meglio: si passa dalle Navi della Marina alle Ong che da diversi anni sono portate sul palmo della mano dall’intera gauche mediatica. Ma non solo. In più, spiegano le studentesse: "L’Università ha già attivato collaborazioni con l’ONG Emergency e, durante il Senato Accademico, è stata avanzata la proposta di un accordo con Medici Senza Frontiere Italia Onlus per sviluppare attività e progetti di ricerca congiunti".
"La decisione è motivata dal recente, ed evidente, cambiamento del clima politico e civile - si legge nella nota stampa dell’Università -. L’insistenza di una retorica nazionalista e militarista inedita nella storia dell’Italia costituzionale; la militarizzazione crescente di scuola e università; la preoccupazione per un orientamento della Nato in direzione diversa da quella costruzione di ‘pace e giustizia tra le nazioni’ che l’articolo 11 mette come condizione per la cessione di sovranità alle organizzazioni internazionali non possono sfuggire ad un Ateneo internazionale". Così in una nota l’Ateneo prova a spiegare la virata pacifista.
Poco importa se il progetto “Mare Aperto”, al netto di quanto sostenuto, riesce a coinvolgere già 6.000 militari di diversi Paesi tra esponenti dell’Esercito, Carabinieri e tanto altro personale proveniente da altrettanti istituti di ricerca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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