Alfa Romeo 145, l'ultima custode del Boxer

L'Alfa 145 è stata prodotta a Pomigliano d'Arco e, come le sue antenate Alfasud e 33, ha sfruttato nella sua prima parte di carriera il mitico motore Boxer

Alfa Romeo 145, l'ultima custode del Boxer

Senza ombra di dubbio non è l'Alfa Romeo più amata tra coloro che nel petto hanno un gigantesco "Cuore Sportivo" che batte soltanto per il Biscione. Tuttavia, all'Alfa 145 un piccolo spazietto d'onore viene sempre recuperato, un anfratto in seconda fila ma sempre meglio di niente, perché lei è stata l'ultima a custodire gelosamente sotto al cofano il motore Boxer - angolo piatto e cilindri contrapposti - che ha esordito nel 1971 con l'Alfasud e proseguito con altrettante fortune con la successiva 33. Dunque, anche se l'erede di cotanta storia nasce sul pianale della poco nobile Fiat Tipo, quel propulsore vivace, contraddistinto da un magnetico e inconfondibile sound ad alto tasso di adrenalina, le permette di stare con la testa all'insù. Se questo non bastasse, aggiungiamo che il suo stile è stato firmato dal controverso Chris Bangle, uno dei designer più influenti del terzo millennio.

Un filo rosso con la storia

Siamo nel 1994 e già da qualche anno l'Alfa Romeo non fa più parte dell'IRI, essendo stata ceduta dallo Stato alla Fiat. La famosa Casa di Arese è quindi una costola del colosso torinese, pur guadagnando il ruolo di riferimento per prestigio e sportività all'interno della sua galassia. Nel listino del Biscione resiste con qualche ruga di troppo la 33, figlia di un'epoca lontana, mentre la nuova 145 ne raccoglie l'eredità spirituale e industriale. Infatti, nelle catene di montaggio di Pomigliano d'Arco, nate per ospitare l'Alfasud e poi destinate alla 33, adesso tocca a lei. Una berlina due volumi con carrozzeria a tre porte dallo stile molto all'avanguardia, come vedremo più avanti.

Alfa Romeo 145, guarda la gallery 7

Gli intrecci della storia tra passato e presente si legano - come detto - anche e soprattutto grazie al motore Boxer che rispetto alle versioni antecedenti muta nell'irresistibile erogazione, diventando meno aggressivo, perché i tempi sono cambiati e i lacci delle normative antinquinamento sono più stretti. La 145 sfoggia comunque un parterre di tutto rispetto: 1.3 da 90 CV, 1.6 da 103 e 1.7 16 valvole da 129. Nonostante una sensazione di minore esplosività, questi propulsori emanano ancora il loro caldo e profondo rumore di sportività, distinguibile fra tutti. Ciò che sicuramente migliora le proprie performance è il cambio, più preciso e diretto negli innesti, rispetto a quello in dotazione alle vecchie glorie.

Uno stile inconfondibile

Nel 1995 esordisce anche la 146, vettura a due volumi e mezzo con cinque porte, che consente alla 33 di andare finalmente in pensione dopo un anno di affiancamento della 145. Entrambe le nuove vetture sono firmate - anche - da Chris Bangle che ha impresso il suo stile visionario e fuori dal comune soprattutto sulla tre porte, dove si è lasciato andare a slanci di maggiore fantasia e audacia. Basti guardare la linea laterale della compatta italiana per capire la ricercatezza delle geometrie, a cominciare da quella specie di onda che solca la base dei finestrini laterali per ottenere un senso di dinamismo, al pari del terzo montante occultato. Splendida anche la nervatura della lamiera che scorre su tutta quanta la fiancata per raccordare i fanali anteriori con quelli posteriori, come se fossero un unico pezzo.

Alfa Romeo 145, guarda la gallery 6

Il pezzo forte della casa però è il triangolo di lamiera ricavato dal cofano motore e sul quale viene incastonato come un diamante lo scudetto Alfa Romeo col suo serpente visconteo. Il trilobo si inserisce nella griglia in modo dirompente e da lui partono delle nervature che si diramano lungo tutta la superficie del cofano. Anche l'abitacolo è oggetto di un ottimo studio, e si distingue - oltre che per la consueta sportività - per una zona di fronte al passeggero molto scavata. Belle le bocchette dell’aria rotonde, arrivate con il restyling, e i pannelli delle portiere che si legano in modo delicato con la plancia.

Alfa 145 diventa Twin Spark

Nel 1997 arriva la prima grande rivoluzione, perché spariscono definitivamente i Boxer (che non ritorneranno mai più su un'Alfa) per lasciare spazio ai più moderni Twin Spark Pratola Serra. Tutto sommato l'addio è abbastanza dolce, perché i nuovi propulsori a benzina promettono di essere più adeguati al carattere della 145, infatti sprigionano maggiore coppia motrice e consumano persino di meno. Anche a livello stilistico ci sono alcune novità estetiche, che permettono alla compatta del Biscione di essere ancora più seducente e competitiva all'interno di un mercato spietato. Nel 1999 alla gamma viene aggiunta anche la versione turbodiesel con alimentazione common rail, una tra le prime della sua categoria a farlo, grazie al 1.9 JTD da 105 CV.

Nel 2001 con l'uscita della 147, che in un colpo solo avrebbe spazzato via anche la sorella 146, l'Alfa 145 saluta il palcoscenico con un inchino. In poco più di sette anni vende qualcosa cosa come 222.000 esemplari circa, una cifra probabilmente al di sotto delle aspettative iniziali.

In ogni caso, nessuno potrà toglierle il suo piccolo spazio nella storia del Biscione, quella nicchietta è sua. Non sarà la più amata, la più bella e importante, ma ha traghettato un po' della vecchia scuola al nuovo corso.

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