Lamborghini Urus SE è l’evoluzione del celebre SUV sportivo di S. Agata Bolognese, lanciato sul mercato a partire dal 2018. Si evolve nel segno dell’ibrido, sviluppando il concetto del powertrain plug-in di Gruppo Volkswagen. Da pochi giorni è stato poi confermato l’addio definitivo alle motorizzazioni endotermiche, sancendo il canto del cigno della versione Performance, provata da noi nei mesi scorsi. Con lei però cambia anche il design, grazie ad un aggiornamento di metà carriera che svecchia le linee e ammoderna i tratti estetici grazie a nuovi paraurti e gruppi ottici. Ora beneficia di due motori, con il consolidato 4.0 V8 biturbo e il motore elettrico direttamente integrato nel cambio, per una potenza complessiva di 800 CV e ben 950 Nm di coppia. Salgono però anche i prezzi, che ora partono da circa 270 mila euro.
Design e dimensioni
Gli aggiornamenti estetici si concentrano sul frontale e nel retro, grazie all’introduzione di nuovi gruppi ottici più sottili e moderni. Davanti, si trova ora un nuovo proiettore che abbandona l’iconica firma luminosa diurna ad “Y”, a beneficio di una forma più ovale, a detta di Lamborghini ispirata alla coda del toro. Nuovo anche il cofano, che ora scende fino ad incrociare la griglia anteriore, abbassando visivamente il muso (e apportando benefici sul fronte aerodinamico). Rivista anche la forma del posteriore, con un nuovo posizionamento della targa e nuovi elementi estetici che rendono più acuminata la forma del portellone. Rivista la gamma di cerchi in lega, che possono arrivare fino a ben 23” di diametro, i più grandi in commercio. Praticamente invariate anche le dimensioni, con 5,12 m di lunghezza (circa 2 cm in più a causa della nuova forma dei paraurti) per 2,02 m di larghezza.
“Doppia” potenza
Al posto di ridimensionare (tipica tendenza del settore), Lamborghini ha ben scelto di aggiungere. A fianco del celebre 4.0 V8 biturbo (capace di sprigionare 620 CV da solo) troviamo un motore elettrico da 190 CV direttamente integrato nel cambio automatico a convertitore di coppia. In questo modo la potenza complessiva arriva a 800 CV, un valore anche superiore a quello di Urus Performante, fino ad oggi l’apice delle prestazioni del SUV italiano. Impressionante la coppia, ben 950 Nm. E proprio questo valore permette ad Urus SE di essere quasi spiazzante su strada. Sfruttando i 20 secondi di overboost disponibili, si possono toccare i 100 km/h da fermi in 3,4 secondi per una velocità massima di 312 km/h. Il sistema plug-in è alimentato da una batteria agli ioni di litio da 25,9 kWh che assicura fino ad un massimo di 60 km. Chilometraggio raggiungibile in ambito urbano, con guida “tranquilla”. Risulta interessante soprattutto quando si intende fare manovra senza necessariamente svegliare tutto il vicinato. La presenza della batteria ruba però molto spazio nel bagagliaio, che scende da 616 a 476 litri, riducendo notevolmente l’altezza dal piano alla cappelliera.
Stupisce l’ottima integrazione tra i due propulsori, lasciando comunque ampio margine al V8, vero cuore pulsante del modello. Apprezzabile il sound, non “soppresso” rispetto alla prima generazione ma anzi capace di emozionare alla guida e regalare piacevoli scoppiettii, soprattutto selezionando la modalità Corsa dal manettino Anima. Tante le modalità tra cui poter scegliere, sia per il sistema ibrido che per la vettura. Bisogna trovare la combinazione che più si preferisce, tra intervento dell’unità elettrica e del motore a benzina. Qualora si selezionasse “Performance” per l’ibrido, il sistema convoglia tutta l’energia disponibile per massimizzare la spinta e la progressione, mentre in Ibrido si alternano i due motori per ridurre i consumi (per quanto possibile) e assicurare una marcia fluida. Tramite l’apposito tasto sul volante, è poi possibile sfruttare 20 secondi di overboost dalla batteria. In alternativa, sempre con il rotore a destra del “tamburo” sul tunnel centrale, si può anche selezionare la modalità Recharge, per ricaricare la batteria tramite il V8 (poco efficiente e conveniente come modalità).
Affilata e sovrasterzante
Contrariamente alle aspettative, la taratura dell’assetto e della dinamica di guida è stata ulteriormente enfatizzata in quel di S. Agata Bolognese. L’assetto pneumatico a controllo elettronico lavora alla perfezione per annullare il rollio e il beccheggio, senza però compromettere l’incredibile comfort a bordo. Lo sterzo, seppur leggero, rimane preciso e divertente da utilizzare e inserisce l’avantreno con innata tonicità, nonostante l’importante aumento di peso. La bilancia segna infatti ora 2.560 kg in ordine di marcia, circa 200 in più delle altre versioni. In tal senso, però, la coppia extra del motore elettrico è come se annullasse i chili in più, soprattutto negli spostamenti longitudinali.
In curva, l’inserimento di un pacco frizioni al posto del noto differenziale Torsen rende Urus SE decisamente più sovrasterzante e divertente alla guida. Esagerando con il gas e disattivando i controlli (sempre in condizioni di sicurezza, e in spazi chiusi al traffico), Urus SE aiuta a chiudere la traiettoria con il posteriore, risultando facilmente gestibile e prevedibile nei comportamenti. La tenuta di strada sembra anche aumentata rispetto al passato, merito di una miglior stabilità proprio nelle fasi di inserimento. Infine, i potenti freni carboceramici aiutano a ridurre notevolmente gli spazi di arresto, risultando anche instancabili dopo lunghe sessioni di stress.
Mirati aggiornamenti all’interno
L’abitacolo rimane sostanzialmente invariato, con l’impostazione già nota sul primo modello. Di fronte al conducente si trova la strumentazione digitale da 12,3”, mentre il sistema multimediale passa da 10 a 12,3” anch’esso, migliorato nel funzionamento e più completo. Ora integra alcuni protocolli e un processore aggiornato, che gli permette di risultare più rapido e al passo con i tempi. Nuova anche la pulsantiera a pianoforte sottostante mentre un terzo display ci consente di accedere a tutta la gestione del clima automatico quadri-zona. Infine, nulla da dire su finiture, assemblaggi e materiali scelti, che vantano tutto il catalogo del programma Ad Personam di Lamborghini. L’unico limite è la fantasia dell’acquirente.
Considerazioni finali
Seppur più pesante e costoso (da 270 mila euro), Urus SE mette a disposizione una nuova versione di sé stessa. Più versatile, sfruttabile e (in un certo senso) efficiente. Ricaricando la batteria da casa, tramite una presa standard, è possibile effettuare un pieno di elettroni in meno di 12 ore. Non è però l’autonomia complessiva a servire più di tanto, quanto invece il costante supporto che l’ibrido assicura. Spegne il V8 qualora non servisse (in modalità Ibrido) e lo riattiva all’occorrenza. In tal senso c’è maggior fluidità di marcia nel traffico e l’automatico ZF ad otto rapporti risulta anche più docile e ben funzionante.
I consumi sono molto altalenanti, a seconda della modalità di guida e del contesto, potendo spaziare dai 5 km al litro ai 9 km al litro, con picchi di 11 km al litro su strade extraurbane. Ma Urus SE è anche più affilata e divertente alla guida, merito di un nuovo differenziale posteriore che premia il coinvolgimento alla guida, oltre ad un sound dello scarico entusiasmante e poderoso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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