MINI Countryman è arrivata alla terza generazione, dopo l’introduzione in commercio del 2010. Nata come crossover compatta, si è gradualmente trasformata in un SUV di segmento C, crescendo nelle dimensioni e nelle dotazioni. Migliora anche la qualità e l’attenzione al dettaglio, con materiali ricercati e assemblaggi più solidi rispetto al passato. La gamma è ora più ampia, con quattro allestimenti, quattro motorizzazioni e anche il debutto della Countryman Elettrica. Crescono però anche i listini, con prezzi ora a partire da 35.105 euro per il benzina mild-hybrid da 170 CV e allestimento Essential, alla base della gamma.
Design e dimensioni
Sebbene sia stato effettuando un profondo restyling delle linee, si riconosce subito l’appartenenza al marchio Mini. Le linee, il frontale iconico, e la Union Jack impressa sui gruppi ottici posteriori a LED sono immediatamente riconoscibili. Senza dimenticare la silhouette dell’abitacolo e l’effetto del tetto “flottante” rispetto alla carrozzeria. Numerosi richiami alla tradizione del brand si fondono con un design più contemporaneo (e dalle dimensioni maggiori). Infatti, il modello è cresciuto notevolmente: la lunghezza raggiunge ora i 4,43 metri (+13 cm), con una larghezza di 1,84 metri e un’altezza di 1,65 metri (+10 cm). Anche il passo è aumentato, arrivando a 2,69 metri, grazie alla condivisione della piattaforma con altri modelli della gamma BMW, come X1 e X2. Se prima si posizionava a metà tra il segmento B e C, ora rientra a pieno titolo nella categoria superiore. Tuttavia, le dimensioni maggiorate sono ben armonizzate, creando un insieme proporzionato e compatto, grazie anche ai generosi passaruota che possono ospitare cerchi fino a 20 pollici.
Rispetto al passato, gli elementi circolari sono stati sostituiti da forme che sfiorano il poligonale, pur mantenendo alcune curvature morbide. Il frontale si distingue per una griglia ottagonale affiancata dai nuovi fari Full-LED di serie, con la possibilità di avere la tecnologia a matrice di LED come optional. Un’accurata ricerca aerodinamica ha permesso di abbassare il coefficiente di resistenza (Cx) da 0,31 a 0,26, un notevole risultato per un crossover. Nella parte posteriore emerge un design più squadrato, pensato per ottimizzare la capacità del bagagliaio, che parte da 460 litri e può arrivare fino a 1.440 litri abbattendo i sedili. Particolare attenzione è stata dedicata alla zona posteriore, dove il tetto si raccorda ai montanti “C” attraverso due modanature, creando un’impressione di robustezza e solidità visiva.
Interni e tecnologia
L’innovazione si fa strada anche all’interno dell’abitacolo, pur mantenendo uno stile minimalista. Tuttavia, non mancano i richiami al passato, come la classica strumentazione circolare posizionata al centro della plancia. Questo elemento centrale è ora un ampio display OLED circolare, con un diametro di 24 cm, che spicca visivamente sugli altri elementi interni, i quali sono stati volutamente semplificati e resi privi di dettagli contrastanti. Da questo schermo si controlla tutto: climatizzazione, media, impostazioni del veicolo, navigazione, strumenti digitali e connettività del telefono, grazie al sistema operativo OS 9. Forse, però, risulta eccessivo concentrare così tante funzioni in un unico schermo, specialmente perché è posizionato a una certa distanza dal conducente e alcune icone touch sono piuttosto piccole. Il contributo dell’head-up display, situato direttamente davanti al guidatore, è limitato, fornendo solo alcune informazioni essenziali. Anche la struttura dei menu e dei sottomenu non facilita l’esperienza utente, rendendo l’utilizzo iniziale meno intuitivo.
Si trova ora un assistente virtuale che apprende dalle abitudini dell’utente e offre funzionalità di realtà aumentata, insieme a molte altre innovazioni. Tuttavia, l'attenzione si concentra subito sulla qualità dei materiali: tessuti con sfumature tra due tonalità principali (a seconda degli allestimenti), pelle e plastiche gommate dominano tutte le superfici a contatto. Gli assemblaggi risultano molto solidi, privi di scricchiolii e senza componenti che sembrino fragili. La possibilità di personalizzare l’interno è ampia, con combinazioni di materiali e fantasie che variano a seconda degli allestimenti. Anche la disposizione delle bocchette d’aerazione è creativa: sono verticali e si regolano con una levetta dal gusto retrò. Sarebbe stato apprezzato qualche tasto fisico in più, soprattutto per la gestione del climatizzatore automatico. Il tunnel centrale, invece, offre grande praticità con numerosi spazi per riporre oggetti, porta bevande, un sistema di ricarica wireless per lo smartphone, e un piccolo vano richiudibile, quasi come uno scrigno, con un'apertura elegante tramite una fettuccia in tessuto. Infine, le levette per l’accensione del sistema, la selezione delle modalità di guida e la gestione del cambio meritano una menzione speciale: hanno un design vintage che richiama il passato, e sono un dettaglio che conquista.
L’1.5 è brioso e consuma poco
Tra le principali novità di questa generazione non si può non segnalare il nuovo propulsore 1.5 3 cilindri turbo, ora dotato di elettrificazione leggera tramite un sistema a 48V. La potenza complessiva arriva adesso a 170 CV e 270 Nm di coppia, abbinato di serie al cambio automatico a sette rapporti, della tipologia a convertitore di coppia. Seppur in maniera marginale, la spinta assicurata dal piccolo motore elettrico è percepibile, con un extra boost di coppia che facilita durante le ripartenze e nelle accelerazioni. Le prestazioni sono infatti apprezzabili, con uno 0-100 km/h concluso in soli 8,3 secondi, fino ad una velocità massima di 212 km/h. Sorprende anche sul fronte maneggevolezza. Non che sia una novità in casa MINI, ma date le dimensioni e il peso (1.630 kg in ordine di marcia), ci saremmo aspettati un’auto più goffa e “appesantita”. E invece, grazie ad un assetto tonico e solido, Countryman si muove davvero bene e si ha la percezione che possa pesare almeno 150/200 kg in meno.
L’unità mild-hybrid non ha alcuna difficoltà nel gestire le masse in gioco, ma anzi si ritrova quel tipico go-kart feeling a cui il brand inglese è da sempre legato. Lo sterzo ha il giusto carico, è abbastanza diretto (seppur troppo spessa la corona da impugnare) e permette a Countryman di inserirsi agilmente in curva, restituendo un piacevole feeling alla guida. Non pecca però sul fronte comfort, infatti le sospensioni (nel nostro caso non a controllo elettronico) offrono il giusto mix tra sostegno laterale e contenimento delle vibrazioni. Anche l’insonorizzazione è degna di nota, soprattutto in città: l’unità a benzina è come se sparisse dentro al vano motore, riducendo al minimo le vibrazioni e i rumori, anche in piena accelerazione. Positivo anche il comportamento del cambio, fluido e inavvertibile alle basse andature, ma rapido e più secco quando si richiede massima potenza. Migliora anche il comparto ADAS, con una suite di assistenti che si spingono di diritto fino al vertice del livello 2.
Consumi e percorrenze
E questo ci porta al capitolo consumi, nel quale MINI Countryman fa segnare un altro risultato più che positivo. In città, con uno stile di guida normale, le medie si soffermano su 14/14,5 km/l, mentre in autostrada a 130 km/h con il cruise control la media è di 16,5 km/l. Sorprende però su strade extraurbane a scorrimento veloce, con medie superiori ai 19 km/l. In tale senso, l’autonomia assicurata dal serbatoio di 45 litri è anche superiore a 700 km.
Prezzi e allestimenti
Il listino di MINI Countryman parte da una base di 35.105 euro. L’allestimento Classic delle immagini è disponibile da 36.215 euro, mentre le più accessoriate Favoured e JCW, costano rispettivamente 40.425 euro e 42.425 euro. Disponibile anche il diesel, da 38.
105 euro, mentre la più potente Countryman S All4 con trazione integrale e 204 CV, parte da una base di 41.105 euro. I listini, però, possono superare anche i 50 mila euro per i modelli elettrici o per la più potente JCW da 300 CV.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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