I punti chiave
Il mondo è cambiato, basta dare un rapido sguardo dalla finestra per capire che la società ha preso un'altra strada. Le donne lavorano e iniziano a essere più indipendenti, in più, le famiglie hanno maggiore disponibilità economica, hanno più soldi da spendere e per loro una macchina sola comincia a diventare un limite, ne servono almeno due. Questo accade nella seconda metà degli anni '60, in cui i cambiamenti collettivi si riversano inevitabilmente anche nel campo delle automobili. A chiara domanda, se alla Renault servisse un'auto versatile e meno spartana dalla R4, Bernard Hanon risponde con piglio netto: "Oui!". Non è un uomo di tante parole, ma quando esprime un concetto lo fa in maniera tranciante. È sicuro e risoluto, ha fiuto e conosce la sua materia. Hanon è il responsabile del marketing della Régie e, quindi, ha dimestichezza con la sociologia e, soprattutto, è un brillante osservatore che intuisce sempre in che direzione si sposta la massa. Il manager francese ha avuto un'esperienza negativa negli Stati Uniti, ma aveva predetto con largo anticipo cosa sarebbe accaduto alla Dauphine in quel mercato. Un flop certificato e così fu. Quella macchina era troppo barocca, poco appetibile per una platea dinamica come quella americana. Il presidente Pierre Dreyfus si fida dell'uomo e gli assegna le chiavi per dettare le linee della nuova auto di diffusione di massa.
Genesi del modello
Sul finire degli anni '60 non bastano più due sportelli, quattro ruote, un volante e un piccolo motore. È necessario offrire qualcosa di più, non solo nei contenuti tecnici, ma anche estetici. La clientela non si accontenta facilmente, esige molto più rispetto al passato. L'indagine di Bernard Hanon verte su un'ideale di macchina ancora assente nella già ricca gamma Renault e che, sicuramente, detterà la moda del domani. Serve un'automobile dall'abitacolo modulabile, dagli ingombri contenuti ma che possa permettere anche lunghi viaggi senza grossi affanni. Inoltre, deve essere graziosa, brillante nelle prestazioni, leggera ed economica sia in fase di acquisto che di manutenzione. In poche parole, serve realizzare un'utilitaria a due volumi, con un bel portellone posteriore, che sia meno rustica della Renault 4 e della Citroën 2CV. Il suo target di clientela devono essere tanto gli uomini quanto le donne, persone single e giovani. La classica macchina buona per fare il giro fuori porta la domenica, senza una vasta prole al seguito. Il presidente Dreyfus approva il disegno prospettato da Hanon, così accende il semaforo verde sul progetto 122, sguinzagliando il Centro Stile di Billancourt, dove si impose il giovane Michel Boué (all'epoca trentunenne). Il suo bozzetto finì nelle mani dello Stato Maggiore francese, che appena lo vide rimase sbalordito a tal punto che qualcuno si mise persino a gridare dalla gioia. La traccia di Boué venne approvata all'unanimità, mentre le prove degli altri designer vennero cestinate senza neanche la parvenza di uno sguardo.
Nasce la Renault 5
Lo sviluppo per concepire il modello definitivo richiese un gran quantitativo di tempo, ma ne valse la pena. Quando la Renault 5 venne spiata nel 1971, nessuno se l'aspettava così. La maggior parte degli addetti ai lavori se l'era immaginata come un'alternativa di rango inferiore alla R4, che rientrasse addirittura nella categoria francese dei 3 CV fiscali. Niente di più sbagliato, la nuova Renault esprimeva un nuovo concetto, una nuova visione ed era una macchina moderna e, sicuramente, più ricca e fornita rispetto a quanto non fosse la sua "sorella" di lungo corso. Certo, una solo cosa stonava nella nuova creatura: la scelta della carrozzeria a tre porte. Le utilitarie dei primi anni settanta iniziavano a distinguersi per l'uso delle quattro porte, più comode, pratiche e funzionali. In Renault, invece, adottarono la vecchia scuola. La scelta, però, fu dettata anche da un'esigenza di non pestare troppo i piedi alla Peugeot, che nel frattempo aveva proposto la sua utilitaria 104. In virtù di un tacito accordo, che in un secondo momento avrebbe portato alla collaborazione per la realizzazione di alcuni motori, la Régie fece un favore ai suoi connazionali, dirottando la Renault 5 verso una concorrenza indiretta. La presentazione ufficiale avvenne nel gennaio del 1972 al Théâtre Marigny di Parigi. Coloro che poterono provarla rimasero colpiti dalla maneggevolezza e dallo sprint di quei motori a benzina di piccola cilindrata. L'indomani dell'evento parigino, la Renault inviò 2.560 esemplari a tutta la rete di concessionarie e succursali della Losanga lungo il territorio nazionale. Molte di queste furono decorate in modo scherzoso, la cosa piacque. La profezia di Hanon ebbe il suo riscontro: nel primo anno di commercializzazione in Francia, il 31% degli acquirenti furono donne e un altro 35% giovani sotto i trent'anni.
Un successo duraturo
Lo stile moderno fu la chiave del suo iniziale successo, perché esprimeva un ottimo bilanciamento tra simpatia, freschezza, praticità e dinamica. Il frontale poi brillava per personalità, con quei grandi fari quadrangolari, tra i quali si apriva una piccola feritoia a tutta larghezza che fungeva sia da presa d'aria che da calandra. Un'idea geniale, come quella di adottare lo scudo paraurti in poliestere, il quale inglobava anche l'alloggiamento degli indicatori di direzione. Lei è stata la prima a farlo. L'abitacolo, opera di Robert Broyer, spiccava per contenuti d'avanguardia come la console centrale rivestita in ski con bocchettoni dell'areazione incassati al suo interno. La R5 venne prodotta in Francia, nel sito di Flins, dal 1972 al 1986. Per dieci anni (1974 - 1983) realizzerà l’exploit di classificarsi come l’auto più venduta in patria, assicurandosi, quasi sempre, una quota di mercato dal 10 al 16%. Fu commercializzata in tutti i Continenti, totalizzando un bottino di 5.325.890 unità vendute.
Parte di questa fortuna è da attribuire alle versioni più popolari da pochi CV, ma un'altra spinta a livello di immagine l'hanno data le Alpine e Alpine Turbo, compresi tutti gli arrangiamenti da competizione che hanno raccolto allori in numerose categorie del motorsport. Un successo da regina, forse addirittura inaspettato, ma certamente glorioso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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