L'assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso torna sulle barricate per portare avanti la sua battaglia sull'autonomia nella politica sanitaria. «Non stiamo chiedendo soldi aggiuntivi - tuona al Milano Life Science24 Forum organizzato da Assolombarda - siamo in pareggio, ma semplicemente la libertà di spendere i nostro fondi sulla base delle esigenze del nostro isstema sanotario, dei servizi e delle prestazioni che dobbiamo erogare e delle liste d'attese che dobbiamo smaltire, questi lacci non hanno senso». Attenzione: nel mirino «i Governi da Monti in poi che hanno messo una serie di vincoli e restrizioni che oggi è difficile cambiare anche se non sono più necessarie».
Due su tutti gli esempi «paradossali»: se il nuovo prontuario che riguarda le tariffe massime per prestazioni ambulatoriali, ovvero il DM tariffe, recentemente approvato, fosse passato nella modalità in cui ci era stato presentato, Regione Lombardia avrebbe perso, solo per quello che riguarda l'anno prossimo, quasi mezzo miliardo di euro. La questione - racconta Bertolaso - è stata risolta solo «dopo una durissima negoziazione» ottenendo che le Regioni in pareggio di bilancio o rientrate dal debito possano aumentarle. Altrimenti la regione avrebbe dovuto «congelare» i 480 milioni destinati a quel capitolo di spesa. Ancora da risolvere, invece, la norma nel Dl bilancio (ovvero l'articolo 55 comma 4) che fissa tariffe uguali in tutto il paese per le prestazioni sanitarie. «Anche lì c'è una norma che sopprime la possibilità per le regioni in pareggio di adeguare le tariffe per le prestazioni chirurgiche, specialistiche, ambulatoriali. Tutte le regioni hanno presentato un emendamento contro questa. Il rischio per la Regione è di perdere quasi 1 miliardo di euro. «Credo - ha aggiunto il titolare al Welfare - che ogni Regione in bilancio o comunque non in passivo, debba avere il diritto di usare il fondo sanitario nazionale per quella che è la quota parte regionale, secondo quelle che sono le priorità e le problematiche specifiche».
«Le scienze della vita, e la salute in particolare, rappresentano la sfida più importante che tutte le popolazioni hanno - commenta il vicepresidente di Assolombarda con delega alle Life Science, Sergio Dompè -. Sotto questo punto di vista noi europei e italiani in particolare abbiamo il vantaggio di un sistema sanitario nazionale che copre tutte le esigenze dei cittadini». «La salute è libertà, coesione sociale, democrazia, sicurezza del nostro continente. È competitività delle nostre imprese. È indipendenza strategica europea» spiega il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada.
Così la Lombardia si conferma ancora il miglior modello di sanità regionale, come dimostrano i dati: la percentuale di cittadini con cronicità che vive in buona salute è più elevata rispetto alla media nazionale (il 50,9% in regione rispetto al 44,7% a livello nazionale).
La Lombardia oggi si trova davanti ad un'importante sfida» per Gabriele Pelissero, presidente Cluster lombardo Scienze della Vita: da un lato, quella di garantire sostenibilità e risorse al SSR per rispondere a bisogni di salute sempre più emergenti, anche alla luce del cambiamento demografico e, dall'altro, la capacità di competere con le Regioni d'Europa sulla capacità di attrarre fondi europei, investimenti privati, competenze e sviluppare brevetti e tecnologie avanzate».
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