Diabete, i consigli dell'esperta per gestire la paura degli aghi

Secondo la diabetologa Laura Nollino l'agofobia non deve essere sottovalutata. Colpisce circa il 43% dei diabetici e rappresenta un vero e proprio ostacolo per le terapie quotidiane

Diabete, i consigli dell'esperta per gestire la paura degli aghi

Si è tenuta lo scorso 14 novembre la Giornata Mondiale del Diabete, ovvero una patologia metabolica caratterizzata da iperglicemia. Con il termine iperglicemia si indica l'eccesso di glucosio nel sangue. Dati alla mano, la sua diffusione negli ultimi 30 anni è cresciuta in maniera esponenziale. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, ad esserne colpiti sono circa 346 milioni di individui soprattutto adulti e di età compresa fra i 35 e i 40 anni. Se da una parte la ricerca continua a fare passi da gigante, dall'altra è necessario sottolineare che i decessi a causa della malattia sono una realtà ancora oggi. L'80% degli stessi avvengono in Paesi a basso e a medio reddito.

Esistono due tipologie di diabete: il tipo 1 e il tipo 2. Il primo, classificato come disturbo autoimmune, è l'esito di un malfunzionamento del sistema immunitario che, riconoscendo come estranee le cellule beta pancreatiche delle isole di Langerhans, le distrugge. Il secondo, invece, può essere la conseguenza di due cause: un deficit di secrezione di insulina oppure una resistenza dei tessuti all'azione della stessa.

Le cause del diabete

Attualmente le cause del diabete di tipo 1 sono sconosciute, tuttavia si ritiene che la sua insorgenza venga favorita da una serie di fattori, in primis la predisposizione genetica. Non a caso la patologia coinvolge più di 50 geni la cui localizzazione e combinazione determina la classificazione della malattia in dominante, recessiva e intermedia. Attenzione anche all'azione dei Coxsackie virus e alla somministrazione di alcuni farmaci come la streptozotocina, un antibiotico e chemioterapico impiegato nella lotta al tumore del pancreas.

A incrementare le possibilità di comparsa del diabete di tipo 2 sono, invece, fattori ben precisi: l'età avanzata, la sedentarietà, l'ipertensione, una dieta ricca di zuccheri semplici, l'obesità. Ancora livelli di colesterolo HDL uguali o inferiori a 35 mg/ml e livelli di trigliceridi uguali o superiori a 250 mg/ml.

Nella fisiopatologia del diabete gioca un ruolo fondamentale l'insulina, ossia l'ormone di natura proteica prodotto dalle cellule beta pancreatiche delle isole di Langerhans. Gli scienziati del Tokyo Institute of Technology hanno recentemente scoperto che la dopamina, il cosiddetto ormone del benessere, regola la secrezione di insulina attraverso un complesso eteromerico di recettori. Lo studio apre la strada alla realizzazione di nuovi bersagli terapeutici contro il diabete di tipo 2.

I sintomi del diabete

La sintomatologia del diabete di tipo 1 e di tipo 2 si sovrappone, fatta eccezione per il tempo d'esordio che è meno rapido nella seconda tipologia. Sono manifestazioni tipiche:

  • L'astenia, ovvero la stanchezza ricorrente;
  • La visione offuscata;
  • La poliuria, cioè la necessità di urinare spesso;
  • La polidipsia, ossia l'intenso senso si sete;
  • La polifagia o altrimenti definita come appetito marcato;
  • La cefalea;
  • La lenta guarigione delle ferite;
  • La tendenza a sviluppare infezioni.

Purtroppo non sono rare le complicanze sia acute che a lungo termine. Le prime sono rappresentate dal cosiddetto "coma non chetosico", una condizione grave e spesso fatale. Tra le seconde rientrano le alterazioni a carico dei grossi vasi sanguigni arteriosi e capillari con disturbi associati quali: malattie cardiovascolari, nefropatia diabetica, cataratta, ulcera diabetica.

Il diabete e la paura degli aghi

Nel corso dell'ultimo Congresso Nazionale dell'Associazione Medici Endocrinologi (AME-ETS) si è discusso in merito alla futura e auspicabile evoluzione del microinfusore insulinico nel pancreas artificiale, un sistema ad ansa chiusa che, consentendo una lettura più puntuale del glucosio, faciliterà la vita di molti individui. In attesa che la personalizzazione terapeutica diventi realtà, oggi il diabete si tiene sotto controllo attraverso la somministrazione per via sottocutanea di insulina. Questa procedura, ovviamente, comporta l'utilizzo di aghi.

Durante la già citata Giornata Mondiale del Diabete si è altresì focalizzata l'attenzione su uno studio dal quale è emerso che circa il 43% dei pazienti soffre di agofobia, ossia il terrore degli aghi che si manifesta con ansia, attacchi di panico e somatizzazioni quali tachicardia, vertigini, tremori e dispnea. Dalla ricerca si evince che i timori degli agofobici non sono associati all'algia provocata dall'ago, bensì alla paura di provare dolore e all'azione stessa che rievoca nelle persone la malattia. È questo un problema assai spinoso se si considera che la frequenza dell'uso degli aghi si ripete almeno 8-10 volte al giorno e fino a 3mila volte in un anno.

Diabete: i consigli per gestire l'agofobia

Poiché l'agofobia è l'espressione di qualcosa di irrisolto nella propria interiorità, Laura Nollino, diabetologa presso l'Unità Operativa Complessa di Malattie Endocrine del Ricambio della Nutrizione dell'Ospedale Cà Foncello di Treviso, suggerisce ai pazienti di intraprendere un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale. La terapia si pone l'obiettivo di analizzare e circoscrivere la paura e di insegnare ai pazienti le tecniche migliori per superarla. Tuttavia, secondo Nollino, esistono anche piccoli accorgimenti che aiutano a distrarre l'agofobico.

Ad esempio è bene procedere alla rilevazione della glicemia in modo rapido, scegliendo la profondità di puntura più confortevole in base al proprio spessore della pelle. In alcuni casi può essere utile pungere il polpastrello lateralmente o applicare lozioni emollienti in grado lenire le zone fragili limitrofe. Per le iniezioni di insulina, invece, è altrettanto importante andare a colpo sicuro con aghi sottocutanei di lunghezza minima, cambiandoli a ogni iniezione al fine di evitare microlesioni. Si deve inoltre scegliere una zona del corpo sempre diversa dove inserire l'ago.

Un grande aiuto giunge poi dalla tecnologia.

Il sistema più avanzato di monitoraggio, ad esempio, misura i valori della glicemia ogni cinque minuti e annuncia in anticipo quando è necessario intervenire sulla terapia. Le iniezioni con le penne di insulina, infine, sono state sostituite con pratici e affidabili microinfusori patch.

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