La tua milza è ingrossata? Mai sottovalutare questi sintomi

La splenomegalia può essere asintomatica o manifestarsi con segni che variano da paziente a paziente

La tua milza è ingrossata? Mai sottovalutare questi sintomi
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La milza ingrossata, nota anche con il termine medico "splenomegalia", non è una malattia, bensì una condizione provocata da numerose cause. Può interessare chiunque, uomini e donne, grandi e piccoli. Spesso è asintomatica, ma quando sono presenti, non è raro che le manifestazioni vengano scambiate per quelle di altri disturbi. Pertanto una corretta diagnosi nel momento in cui insorgono i segnali clinici è fondamentale al fine evitare il rischio di incorrere in complicazioni anche gravi.

Cos'è la milza

La milza è un organo localizzato nella parte sinistra dell'addome, per la precisione in alto appena sotto il diaframma. In condizioni normali pesa circa 150 grammi e le sue dimensioni sono simili a quelle del pugno di una persona. Generalmente non è possibile palparla attraverso la parete addominale, tuttavia quando persiste una condizione di splenomegalia un medico esperto è in grado di diagnosticarla anche con il semplice tatto.

La milza svolge numerose funzioni essenziali per il benessere dell'organismo. Innanzitutto lavora in sintonia con il sistema immunitario poiché produce i linfociti, ovvero delle cellule chiave nella lotta a virus e batteri. Essa poi filtra il sangue, rimuovendo globuli rossi e piastrine invecchiate o malformate. Inoltre, nei primi mesi di vita di un individuo, la milza genera le cellule del sangue. Questo compito verrà successivamente assunto dal midollo osseo.

Le cause della milza ingrossata

Poiché, come abbiamo già visto, la milza è in stretta connessione con il sistema immunitario, nella maggior parte dei casi a farla aumentare di volume sono le infezioni distinguibili in: virali (mononucleosi, HIV, citomegalovirus, epatiti), batteriche (tubercolosi, brucellosi, endocardite) e parassitarie (leishmaniosi, malaria).

Se consideriamo poi il ruolo che l'organo possiede nella gestione delle cellule del sangue, non è raro che la splenomegalia sia espressione di patologie ematologiche, come le malattie mieloproliferative (leucemia mieloide cronica, policitemia, mielofibrosi), le anemie emolitiche (talassemie, anemia falciforme), i linfomi e le leucemie.

Un aumento delle dimensioni può essere altresì provocato da disturbi epatici che causano ipertensione portale (cirrosi, trombosi della vena porta), patologie infiammatorie autoimmuni (artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico) e da malattie metaboliche responsabili dell'accumulo di materiali anomali nelle cellule della milza.

I sintomi e le conseguenze della milza ingrossata

Spesso la splenomegalia è asintomatica. Quando sono presenti, i sintomi possono variare da individuo a individuo sia nelle caratteristiche delle manifestazioni che nella loro intensità. Un paziente con una milza ingrossata può accusare:

  • Dolore nell'addome superiore sinistro
  • Affaticamento
  • Perdita di peso
  • Anemia
  • Infezioni frequenti
  • Sensazione di sazietà precoce
  • Febbre e sudorazione notturna.

Una complicanza molto grave della splenomegalia è la rottura della milza che si verifica in seguito a un trauma anche di lieve entità e che si manifesta con un'algia intensa dovuta all'emorragia interna.

La diagnosi e la terapia della milza ingrossata

Il primo e più importante passo verso la diagnosi della splenomegalia è la palpazione o la percussione dell'addome da parte del medico di famiglia. Quest'ultimo, in caso di dubbi, potrà ricevere una conferma in seguito all'esecuzione da parte dell'assistito di indagini strumentali, quali l'ecografia addominale, la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica nucleare.

La cura varia a seconda della causa sottostante. Possono quindi essere prescritti farmaci antibiotici, antivirali, antinfiammatori, immunosoppressori. Quando nessun trattamento è risultato efficace o nel momento in cui il rischio di rottura diventa concreto, si interviene con l'asportazione chirurgica della milza.

In seguito all'intervento di splenectomia, poiché il paziente sarà maggiormente suscettibile ad alcune tipologie di infezioni, si

raccomandano vaccinazioni aggiuntive, in particolare quella per il pneumococco. Inoltre l'interessato dovrà rivolgersi al medico al primo segno di infezione o quando compare la febbre.

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