Il prossimo 23 gennaio i tassisti si fermeranno. A deciderlo "il parlamentino", che si è riunito oggi a Bologna con tutte le sigle sindacali di categoria, per discutere sulle liberalizzazioni previste.
Il 16 gennaio è convocata invece l'assemblea al Circo Massimo di Roma. Una delegazione della categoria si recherà anche alla sede dell'Antitrust, allo scopo di contestare le cifre diffuse sul costo dei servizi e sulle quali si basa il piano del governo per la liberalizzazione del settore. Le cifre, sulle quali il governo si è basato in vista della proposta di liberalizzazione, sarebbero di gran lunghe superiori a quelle relative alle altre città europee. "Dicono che in questo modo si ridurranno i prezzi - spiega Giovanni Maggiolo, di Unica Filt-Cgil di Milano - ma non è assolutamente così e quindi chiederemo conto all’Antitrust per la diffusione di quelle cifre".
"Se il Governo deciderà unilateralmente, si scioglieranno le righe e prenderemo misure drastiche", commenta Loreno Bittarelli, presidente nazionale di Uritaxi. Tra le ipotesi che potrebbero essere discusse, spiega, anche la possibilità che i tassisti escano senza rispettare i turni.
Contro lo sciopero l'Adoc, associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori, che "non condivide i motivi alla base dello sciopero", ritenendo che le liberalizzazioni debbano essere adottate in tutti i settori. Un maggior numero di taxi, per l'associazione, porterebbe a una diminuzione dei prezzi a vantaggio dei consumatori e alla creazione di circa 20mila posti di lavoro in Italia.
Contrario anche il Codacons. "I tassisti sono avvisati: in caso di blocchi stradali e danni agli utenti in occasione dello sciopero del 23, non esiteremo a presentare una raffica di denunce in Procura, così come avvenuto nel 2007".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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