Benzinai pronti alla lotta 8 e 9 luglio in sciopero: "Rinnovare il contratto"

Manca il rinnovo del contratto di categoria. I sindacati dei gestori proclamano uno sciopero di due giorni: "Il governo non rispetta gli impegni assunti per mettere mano alle regole del settore"

Benzinai pronti alla lotta 
8 e 9 luglio in sciopero: 
"Rinnovare il contratto"

Roma - Manca il rinnovo del contratto di categoria e il governo non rispetta gli impegni assunti per mettere mano alle regole del settore. I sindacati dei gestori proclamano uno sciopero di due giorni che terrà i distributori chiusi per le intere giornate dell’8 e del 9 luglio.

Due giorni di sciopero Gli impianti resteranno chiusi sulla rete stradale dalle 19.30 di martedì 7 luglio fino alle ore 7 della mattina del 10 luglio. Diversi gli orari per la rete autostradale, con i distributori che chiuderanno alle 22 del 7 per riaprire alla stessa ora del 9 luglio. In Sicilia, lo sciopero inizierà con 24 ore di anticipo rispetto al resto d’Italia. È esclusa dallo sciopero la provincia dell’Aquila. "L’industria petrolifera sta scaricando sulla rete e soprattutto sulla categoria (che è la vera spina dorsale della distribuzione) tutte le contraddizioni e le diseconomie del sistema, facendo concorrenza, sui propri stessi impianti ai propri stessi Gestori", spiegano le tre federazioni, Faib, Fegica e Figisc in una nota congiunta.

Accuse di discriminazione In questo momento, sottolineano ci sono discriminazioni "tra gestore e gestore sulla propria rete, e si favorisce, con politiche di prezzo drasticamente penalizzanti per migliaia di piccole imprese, le ’pompe bianchè piuttosto che gli ipermercati, in aperta violazione delle vigenti regole della concorrenza e del mercato". Si tratta, proseguono, di "una scelta di abbandono e svalorizzazione degli investimenti fatti sulla rete, che riguarderebbe solo l’industria petrolifera se non fosse che in questo processo le uniche vittime sacrificali sono in primo luogo i Gestori".

Allo stesso tempo, prosegue la nota, "non solo gli impegni assunti dal Governo oltre un anno fa per mettere mano alle regole del settore ed alle misure strutturali richieste dalla categoria sono rimasti finora lettera morta, ma, nel frattempo, sono venute meno alcune tutele e sono stati imposti nuovi oneri alle gestioni". 

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