«Sono sorpreso e molto turbato. Attendo con fiducia l'incontro con il Giudice per le indagini preliminari, allo scopo di poter finalmente chiarire la mia posizione». Sono le poche parole dell'archistar Stefano Boeri dopo che ieri pomeriggio è scoppiata la «bomba». Richiesta di arresti domiciliari per lui e per l'architetto Cino Zucchi, accusati di turbativa d'asta aggravata nell'ambito dell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca europea di informazione e cultura che sta sorgendo a Porta Vittoria. Anzi, i cantieri devono correre visto che cento milioni dei 130 totali sono fondi del Pnrr e la deadline per spenderli è fissata a giugno 2026: i lavori sono partiti a fine 2023, le fondamenta sono già concluse e sono partiti le parti in elevazione.
Boeri e Zucchi sono indagati nella veste di presidente e commissario della commissione giudicatrice dei progetti. Erano già stati perquisiti con altre persone lo scorso 11 ottobre, avrebbero «falsamente affermato l'assenza di posizioni di potenziale conflitto di interesse» nella «dichiarazione di conferma di assenza di situazioni di incompatibilità e di conflitto di interesse» espressamente richiesta nel bando di gara e presentata alla stazione appaltante, in questo caso il Comune. Oltre che per le due archistar la richiesta di domiciliari è stata avanzata anche per Pier Paolo Tamburelli dello studio Baukuh che faceva parte del raggruppamento vincitore del bando per il progetto Beic. Per tutti e tre ci sarebbe il rischio di inquinamento delle prove. Nel filone delle inchieste aperte dalla Procura per abusi edilizi (per cui proprio oggi è in programma l'audizione del sindaco Beppe Sala in Commissione Ambiente del Senato sulla norma «salva Milano»), Boeri è invece indagato come architetto del progetto «Bosconavigli». La Fondazione Beic rinnova: «Piena fiducia nell'operato della magistratura come nell'operato della magistratura».
In Comune, bocche cucite e massima prudenza. Ieri nessuna dichiarazione da Sala o dagli assessori che più da vicino seguono il progetto Beic, Tommaso Sacchi alla Cultura ed Emmanuel Conte alle Risorse finanziarie.
Attacca invece il consigliere di Fratelli d'Italia Enrico Marcora che a poche ore dalla notizia ha chiesto «subito le dimissioni di Boeri da presidente della Triennale, in questo modo avrà maggior serenità ad affrontare le questioni giudiziarie in cui è coinvolto e come milanesi avremmo minor imbarazzo a giustificare l'attuale assenza del responsabile della Fondazione», incarico che Boeri ricopre da sette anni.
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