Investire nel mattone è un’alternativa che prende piede soprattutto quando i mercati finanziari sono instabili ma è una strada percorribile a prescindere. Tecnocasa ha analizzato apprezzamenti e deprezzamenti degli immobili nelle grandi città durante il decennio 2012-2022. I risultati non sono privi di colpi di scena.
Restringendo il periodo di osservazione emergono dati ancora più interessanti. Per leggere i numeri occorre considerare che fanno riferimento a valori medi e come tali vanno presi, a prescindere dal quartiere in cui gli immobili sono situati.
In linea generale, fatta salva una sola eccezione, il Nord è l’area del Paese nella quale gli investimenti nel mattone vengono premiati.
Milano è la El Dorado del mattone
Tra il 2012 e il 2022, sostiene l’analisi di Tecnocasa, il valore degli immobili a Milano è cresciuto del 28,1%. Osservando il grafico sotto si scova un dato ancora più interessante: chi avesse comprato un immobile nel 2016, quando il mercato ha mostrato una certa sofferenza (il valore indicato dal punto rosso, ossia l’86,4%) avrebbe fatto un investimento che ha fruttato oltre il 40%.
A determinare la crescita meneghina hanno contribuito le periferie, sempre più gettonate da chi investe nel mattone anche a causa dei forti aumenti dei prezzi degli immobili nelle zone centrali della Città.
Bologna si dimostra città in cui il mattone è un buon investimento (+15,5%) mentre Firenze è luogo nel quale l’investimento si mantiene stabile (+1,5%).
Il mattone nel resto d’Italia
Esaminando il periodo 2012-2022 si nota un calo generale del valore degli immobili un po’ ovunque: a Bari il calo è del 13,4% (100-86,6), a Napoli del 19,7%, a Palermo del 18,6% e la maglia nera va a Torino, con un deprezzamento del 26%.
Osservando però il valore minimo rappresentato dai punti rossi, chi ha comprato un immobile nel momento più favorevole, nella peggiore delle ipotesi ha mantenuto una certa stabilità. È il caso di Torino: chi ha comprato nel 2020 ha visto il proprio investimento decrescere dell’1,4% ma, per esempio, spostandoci a Napoli, chi ha comprato nel 2016 ha investito al 5,2%.
Investire nel mattone non è solo questione di compravendita di immobili, una fonte di introiti è rappresentata anche dagli affitti, tema caldo in tutto il Paese a causa dei prezzi in forte rialzo.
Ci sono poi i parametri della domanda e dell’offerta a
chiudere il quadro: secondo il Consiglio nazionale dei notai, nel 2023 è atteso un calo delle compravendite del 10,7% rispetto al 2022, dato elaborato partendo dal calo reale del 2,7% registrato durante i primi due mesi del 2023.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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