Compie mezzo secolo, ma, come recita lo slogan ufficiale delle celebrazioni, «è la cinquantenne più affascinante del Brasile». È Brasilia, la capitale inaugurata ufficialmente il 21 aprile 1961, un miracolo compiuto, in soli 41 mesi, negli ampi spazi del Planalto Central. Una scommessa politica e urbanistica che oggi si può dire vinta e che mercoledì 21 verrà celebrata con una festa spettacolare che durerà l'intera giornata. Il rischio era quello di creare una spettrale cittadella di ministeri lontano dai centri della vita sociale e culturale del Brasile: invece, oggi Brasilia è una metropoli popolosa (2,5 milioni di abitanti, la quarta città del Brasile) ma perfettamente vivibile, con un proprio carattere, diverso da tutte le altre capitali del continente. L'idea di una nuova capitale nel cuore del Brasile - per sostituire Rio de Janeiro, che dal 1763 ricopriva questo ruolo - si ritrova già nell'articolo 3 della Costituzione del 1891 ma è solo nel 1956 che la decisione definitiva fu adottata, all'interno del «Piano di Sviluppo Nazionale» che aveva come slogan «Cinquant'anni di progresso in cinque». Da allora, fu tutta una corsa contro il tempo, per dare forma ai progetti dell'urbanista Lucio Costa e dell'architetto Oscar Niemeyer.
Il primo aveva pensato la nuova capitale come una struttura a forma di aeroplano, vincendo la gara internazionale indetta per la nuova capitale: il secondo a tamburo battente disegnò i modernissimi edifici che fanno di Brasilia un museo a cielo aperto dell'architettura contemporanea, riconoscimento sancito dall'Unesco che nel 1987 lo ha definito un Patrimonio dell'Umanita».
Costata l'equivalente di 15 miliardi di euro, la realizzazione di Brasilia vide giungere migliaia di lavoratori provenienti da ogni angolo del paese (i cosiddetti «Candangos»). Nel giro di pochi anni vide sorgere uno dopo l'altro nella Esplanada dos Ministèrios edifici monumentali e particolarissimi come il Palàcio da Alvorada, residenza del presidente, i ministeri, i palazzi governativi, il Senato e la Camera dei Deputati e la futuristica Catedral de Nossa Senhora Aparecida, completata in realtà solo nel 1970.
Ma il terzo protagonista della storia, breve e intensa, di Brasìlia è Juscelino Kubitschek de Oliveira, presidente dal 1956 al 1961 e promotore del piano di sviluppo quinquennale. JK - come tutti ancora lo ricordano - fece appello al patriottismo dei brasiliani, trasformando un sogno antico in realtà ed entrando nel pantheon degli eroi nazionali con il «Memoriale JK», che ne ospita le spoglie e ne ricorda l'attività.
Il progetto urbanistico, cosiddetto Plano Piloto, vede la dislocazione ben organizzata delle diverse realtà cittadine: sono infatti ben distinte le aree amministrative, quelle residenziali, quelle commerciali, quelle banchiere e quelle ospedaliere. La fusoliera dell'aeroplano contiene i palazzi dell'amministrazione pubblica mentre le altre strutture sono dislocate lungo le alì - chiamate appunto Ala Nord e Ala Sud.
Ma la ripartizione aeronautica va oltre: la più grande struttura di Brasilia, la Torre della Televisione, è posta in «business class», mentre la «cabina di pilotaggio» e la prima classe ospitano i 19 palazzi governativi che conducono alle torri gemelle del parlamento. Da qui si dispiega la Praça dos Très Poderes, la piazza dei Tre poteri, quello legislativo, giudiziario ed esecutivo.
Pensata in pieno boom della cultura dei motori, Brasilia è la prima metropoli costruita intorno alle automobili: gli enormi viali e i grandi spazi vuoti fra un edificio e l'altro, infatti, scoraggiano la circolazione pedonale (e anche molti turisti). Non a caso fino a pochi anni fa Brasilia si distingueva per l'assenza di semafori (le immense rotonde bastavano a gestire il traffico) e di una metropolitana: oggi la capitale ha entrambi, ma il suo carattere modernista non ne è stato intaccato.
Per i suoi primi 50 annì (un lasso minimo nella storia di altre metropoli), Brasilia si è comunque concessa un vasto progetti di ristrutturazione, dalla Cattedrale Metropolitana alla Torre della Televisione, fino alla riqualificazione del Lago Paranoà. Ma l'attenzione è alla grande festa che il 21 aprile si dispiegherà lungo le grandi arterie di un sogno che poteva diventare un incubo urbanistico e invece ha preso la forma di una città.
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