Tanti complimenti da quelle parti non li aveva mai sentiti. Il dramma dell’ex sindaco Gabriele Albertini di questi tempi è che rischia di piacere più a sinistra che a destra. È a sinistra, infatti, che sembrano averne individuato un Fini in sedicesimo. Da corteggiare, magari, per tentar di scardinare Letizia Moratti e il centrodestra da Palazzo Marino. «Albertini può fare benissimo il candidato sindaco a Milano», ha sentenziato proprio ieri il sindaco-filosofo Massimo Cacciari dall’alto della sua barba a margine di un incontro con il candidato alle primarie del Pd Stefano Boeri. E chissà come sarà stato contento l’archistar pentita a sentire che il suo ospite, invitato per parlar di lui, si occupavadi chi risulta far regolarmente parte dello schieramento avverso. Eppure Cacciari ribadisce «stima » per Albertini, nonostante «la mia collocazione politica sia diversa e Albertini non abbia mai smentito la sua». E, forse, il filosofo non aveva avuto il tempo per leggere l’appello disperato fatto circolare da Boeri poche ore prima. «Cacciari- l’invito più che accorato - ci dia una mano a creare un’alternativa per Milano». Perché «il centrosinistra non sia spettatore » di una sfida tra Moratti e Albertini. E, invece, Cacciari proprio questa ha ribadito. Che la sfida è tra Albertini e la Moratti. E che il Pd può aspirare solo a un ruolo da spettatore. Lo strano è che le bordate ad Albertini arrivino dai «futuristi» neofiniani ai quali Albertini guarda con simpatia. «Albertini è una scelta vecchia», lo lapida l’attore e deputato Luca Barbareschi che alla corte del presidente della Camera riveste un ruolo di gran prestigio. Osservazione disinteressata? Non sia mai. E, infatti, è già pronta la candidatura. «Se Fini vuole - si sbilancia Barbareschi -Farei di corsa il sindaco di Milano. Lo farei molto volentieri». Solo un sogno? Un po’ di più. «Con i vertici di partito ne ho già parlato e mi hanno detto che potrebbe essere una buona idea », spiega. «Conosco bene Milano, le voglio bene. Conosco i problemi e penso che sia l’unica città in Italia in cui si può far partire una vena illuminista in questo Paese. È una città che reagisce bene. Milano ha bisogno di qualcuno che sia innamorato di lei, qualcuno che voglia ridarle dinamica, una dimensione culturale, portarla a nuove sfide. Se mi chiamano, sono pronto. Anche domani mattina». Si vedrà. «Io - assicura anche un altro neo-futurista come il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri - non vedo le condizioni oggi perché Albertini sia un candidato. Innanzitutto c’è un sindaco che può ricandidarsi e c’è una coalizione che appoggia il candidato sindaco». Ma non solo. «Albertini stesso dice che ad oggi non ci sono le condizioni.
Berlusconi e Bossi ancora non hanno fatto una scelta esplicita e non mi pare che Fini e Casini si siano espressi». E la Moratti? «Trovo assolutamente normale - spiega Palmeri - che dopo cinque anni abbia in animo di ricandidarsi». Bravi i finiani. Già a caccia di poltrone ancor prima di aver preso i voti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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