Calabria, la 'ndrangheta minaccia Napolitano Auto con armi ed esplosivo: "Un'intimidazione"

Il capo dello Stato a Reggio Calabria dopo l'attentato in procura e gli scontri con gli extracomunitari. Elogia il lavoro dell'esecutivo contro la criminalità. E sull'immigrazione: "Integrazione e legalità". Trovata vicino all'aeroporto un'auto con a bordo un arsenale, i carabinieri: "Un'intimidazione"

Calabria, la 'ndrangheta minaccia Napolitano 
Auto con armi ed esplosivo: "Un'intimidazione"

Reggio Calabria - Il capo dello Stato in visita a Reggio Calabria, dopo l'attentato incendiario contro la procura. Elogia il lavoro dell'esecutivo contro la criminalità organizzata e chiede "una nuova pagina nella lotta alla 'ndrangheta.  La ’ndrangheta è l’organizzazione criminale più insidiosa e capace di penetrazione nel nostro Paese e non solo. L’impegno del governo in questi giorni è molto positivo" ha detto Giorgio Napolitano ribadendo il proprio sostegno alle forze dell’ordine, alle istituzioni e alla società civile impegnata nella lotta contro il crimine organizzato.

Trovata auto con arsenale Un arsenale bellico è stato trovato dai carabinieri su un’automobile parcheggiata all’aeroporto di Reggio Calabria. La macchina si trovava in via Ravagnese, ma non era chiusa e aveva un finestrino semi aperto. La vettura, una Fiat Marea nera, era stata rubata nei giorni scorsi. All’interno i carabinieri hanno trovato due fucili semiautomatici da caccia calibro 12 con le canne tagliate. Poi, sotto il sedile del guidatore sono state trovate due pistole, una calibro 7.65 e una 38 a tamburo, e due ordigni rudimentali, un composto da un tubo lungo una trentina di centimetri e largo 12 ed un altro di 15 centimetri per 12, collegati con una miccia a lenta combustione e tre passamontagna di colore verde. Nel bagagliaio, infine, è stata trovata una tanica da due litri con liquido infiammabile alla quale erano attaccati fiammiferi antivento. Secondo i carabinieri, gli ordigni e le armi, con ogni probabilità, dovevano servire a compiere attentati di intimidazione nei confronti di commercianti o imprenditori. L’automobile trovata a 400 metri dall’aeroporto non era parcheggiata lungo il percorso seguito dal presidente della Repubblica.

Gli esperti: "Intimidazione" "La scoperta dell’auto durante la visita dal capo dello Stato può benissimo essere un atto intimidatorio, una sorta di sfida lanciata dalla ’ndrangheta". È il parere degli esperti antimafia che collegano l’episodio di oggi con quanto accaduto il 3 gennaio con la bomba artigianale fatta esplodere davanti gli uffici giudiziari di Reggio. "È strano - si fa notare - che dei criminali viaggino con un arsenale a bordo di un’auto durante la visita del presidente della Repubblica, durante la quale, chiaramente, vengono rafforzate tutte le misure di sicurezza e controlli nelle strade. D’alta parte, però - sottolineano gli stessi inquirenti - il fatto rappresenta anche un segno di debolezza della criminalità organizzata calabrese messa a dura prova dalle continue operazioni e indagini che l’antimafia sta portando avanti nel Paese".

"Nuova pagina" La battaglia condotta "con intelligenza, tenacia e preofessionalità" dalla magistratura calabrese contro la ’ndrangheta "segna una svolta che promette molto bene per il futuro della Calabria. Stiamo vivendo una pagina nuova nella storia di questa regione" ha detto il presidente esprimendo piena solidarietà al procuratore generale Salvatore Di Landro, e ai procuratori di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, e di Palmi,Giuseppe Creazzo per lo sventato attentato alla procura generale, che il capo dello stato ha definito "aggressione brutale". Poi un richiamo alle istituzioni: "Noi rappresentanti dello Stato non dobbiamo fare fugaci apparizioni in Calabria, ma sviluppare un impegno sistematico contro la ’ndrangheta e per affermare la legalità".

"Rosarno, avremmo dovuto prevenire" "A Rosarno sono accadute cose brutte, pesanti. Uno scoppio di insofferenza che ha mostrato il peggio di ciò che si era accumulato nell’animo dei cittadini e degli immigrati. È nostra responsabilità collettiva di rapresentanti dello Stato non aver saputo prevenire ciò che avremmo dovuto prevenire. Ora dobbiamo evitare che si ripeta e respingere luoghi comuni e pregiudizi che indicano la Calabria come luogo di intolleranza e di razzismo" ha detto il presidente della Repubblica. "Guai a pensare che gli immigrati siano portatori di violenza e che i cittadini di Rosarno siano portatori di razzismo. Dobbiamo stare molto attenti. Respingiamo questi luoghi comuni, questi pregiudizi accumulati sulla Calabria, regione difficile, per molti versi sfortunata, e anche regione che deve dare di più".

Per governare il fenomeno dell’immigrazione ed evitare scoppi di violenza come quelli di Rosarno, occorrono, secondo Napolitano, "ordine e legalità", garantire i flussi di ingresso legale, lavorare per una effettiva integrazione degli immigrati, che è compito degli enti locali "ai quali lo Stato deve fornire risorse sufficienti".

Maroni: bene il presidente "Condivido le parole dette dal capo dello Stato: l’immigrazione va governata con ordine e legalità. Questi sono anche i principi che ispirano l’azione del ministero dell’Interno". Lo ha detto il ministro Roberto Maroni, a Toledo per una riunione informale dei ministri europei. Napolitano "ha rimarcato l’efficacia dell’azione del governo a Rosarno e nel contrasto alla criminalità organizzata". Quanto alla riflessione del presidente della Repubblica sul caso Rosarno, che si sarebbe dovuto prevenire, il ministro ha ricordato che "le politiche di integrazione degli immigrati spettano agli enti locali. Se queste fossero state realizzate, se i datori di lavoro avessero dato alloggi decenti agli extracomunitari, il caso Rosarno non ci sarebbe stato. Noi interveniamo quando la situazione di degrado diventa un problema di ordine pubblico: giusto quindi l’invito di Napolitano a prevenire". Proprio per questo, ha detto ancora il titolare del Viminale, "ieri alla prefettura di Napoli abbiamo costituito un gruppo di lavoro che dovrà studiare gli interventi da realizzare nelle aree che possono diventare altre Rosarno".
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