“Inaccettabile”, titolava questa mattina l’Equipe, atterrito – come del resto la Francia intera – per l’uscita maldestra e deflagrante di Noel Le Graet, presidente della Federcalcio francese di professione, aspirante kamikaze nel tempo libero. La materia del contendere, incandescente, era nata da una recente intervista del numero uno del pallone transalpino, immediatamente successiva alla conferma di Didier Deschamps come guida della nazionale. Il che, in buona sostanza, disarcionava i sogni di Zinedine Zidane, in attesa della panchina dei Bleus da quando ha lasciato Madrid.
A domanda precisa, rispondeva Le Graet: “Zidane disoccupato? Me ne sbatto, se volete organizzate una trasmissione per trovargli lavoro”. Apriti cielo. Come organizzare una corrida di rinoceronti dentro una vetreria di Murano. Di sicuro, tra i due, deve esserci un'acredine mai sopita, ma attaccare così frontalmente un eroe del calcio francese come Zizou, fabbricatore di sogni lucidi per generazioni trasversali, equivale a cercarsi la mattanza mediatica. Rapida e acuminata, giungeva infatti una grandinata digitale di reazioni monumentali: “Zidane è la Francia – il tweet di Mbabbé – non si manca di rispetto in questo modo ad una leggenda”.
Altro carico da novanta: comunicato ufficiale del Real Madrid in difesa del suo pupillo. “Ci rammarichiamo per queste infelici dichiarazioni e chiediamo una rettifica immediata”, il succo, acido da deglutire per il disinvolto Le Graet. Il disagio e l’imbarazzo creato per aver osato ledere un simulacro inscalfibile si è presto moltiplicato, fino a lambire i più alti scranni dell’Eliseo. La ministra dello sport in carica, Amelie Oudea Castera, non si è lasciata sfuggire l’occasione per infilzare ulteriormente l’improvvido Noel, già ai ferri corti con il Governo per via della slavina di scandali – dalle accuse di abusi sessuali ai conflitti dirigenziali intestini - che ha di recente travolto la Federazione. Per Castera si è trattato, a tutti gli effetti, di “Una mancanza di rispetto vergognosa, che richiede scuse immediate”.
Senz’altro rimuginante più del consueto, pungolato da ogni direzione, Le Graet è stato costretto a camminare sui tizzoni ardenti e, cosparso il capo di cenere, stamani ha fatto retromarcia: “Vorrei scusarmi per queste mie goffe considerazioni – ha pigolato – che non rispecchiano assolutamente il mio pensiero, né la mia considerazione per il giocatore che Zidane era e l’allenatore che è diventato”.
Una toppa tardiva e insufficiente quando da tappare non ci sono spifferi, ma un uragano tropicale.
L’opinione pubblica, provata dal profluvio di deprecabili inciampi del presidente, ne reclama la testa. Una ghigliottina che, certo, si è confezionato su misura. Zizou dovrà senz’altro aspettare il suo turno, ma quello Le Graet, da oggi, pare già finito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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