Caliendo, mercoledì la sfiducia alla Camera Vertice finiani-Udc: concordare linea comune

La conferenza dei capigruppo fissa a mercoledì la votazione della sfiducia al sottosegretario Caliendo. La Russa: "La tenuta non è a rischio, chi sostiene il governo darà la fiducia". Intanto anche al Senato si costituisce il gruppo Futuro e libertà: ad aderirvi dieci finiani. Bocchino alla maggioranza: "Serve un patto per la legislatura"

Caliendo, mercoledì la sfiducia alla Camera 
Vertice finiani-Udc: concordare linea comune

Roma - Si deciderà tutto mercoledì. La conferenza dei capigruppo ha infatti fissato per dopodomani il voto della mozione sulla sfiducia al sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo. Sebbene il ministro alla Difesa, Ignazio La Russa, assicuri che "la tenuta del governo non è a rischio", preoccupano i numeri dei deputati finiani che potrebbero scoprire le carte e votare conto Caliendo, indagato nell'inchiesta sulla P3. Intanto anche al Senato si costituisce il gruppo Futuro e libertà: ad aderirvi dieci finiani. Bocchino alla maggioranza: "Serve un patto per la legislatura"

La mozione di sfiducia Caso Caliendo mercoledì in aula alla Camera. La conferenza dei capigruppo a Montecitorio ha deciso di calendarizzare l’esame e il voto sulla mozione di sfiducia al sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, per le ore 17 di dopodomani. Intanto domanisi terrà un incontro tra il neonato gruppo dei finiani Futuro e libertà e l’Udc per valutare l’atteggiamento da tenere sulla mozione di sfiducia. "Ci vedremo nel primo pomeriggio per cercare di arrivare a una convergenza con l’Udc, se ce ne sono le condizioni", ha spiegato il capogruppo di Fli a Montecitorio, Giorgio Conte. Il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto ha invece detto che il suo gruppo "respinge come inaccettabile la calendarizzazione di una mozione mentre è aperto ancora un procedimento giudiziario. Noi siamo interessati ai due decreti e valuteremo con attenzione i risultati delle mozioni di sfiducia".

Il gruppo dei finiani al Senato I finiani costituito il gruppo anche a Palazzo Madama. Confermate le indiscrezioni che vedevano dieci senatori fuoriuscire dal gruppo del Pdl a palazzo Madama per costituire il nuovo gruppo parlamentare fedele al presidente Fini. Presso l’ufficio del senatore Mario Baldassarri si è riunita una piccola pattuglia di senatori per espletare le formalità: i senatori dovranno firmare le dimissioni dal gruppo del Pdl e consegnarle al presidente del gruppo Maurizio Gasparri, successivamente dovranno presentare la richiesta di nascita del gruppo al presidente del Senato, Renato Schifani. Capogruppo provvisorio in attesa delle votazioni per determinarlo dovrebbe essere lo stesso Baldassarri. Del gruppo fanno parte anche la senatrice Contini, i senatori De Angelis, Valditara, Saia, Germontani, Di Gilio, Pontone, Viespoli e Menardi.

La Russa: "Governo non a rischio" Per La Russa la tenuta del governo non è a rischio perché i finiani hanno dichiarato che "continueranno a sostenerlo". Il ministro ha osservato che "la parte minoritaria degli ex An", cioè coloro che hanno aderito al nuovo gruppo parlamentare "hanno dichiarato unanimemente di volere continuare a sostenere il governo". Ecco perché, aggiunge il ministro, "non abbiamo alcun dubbio che la legislatura possa continuare con un forte sostegno al governo". Alla domanda se i numeri per sostenere l’esecutivo ci sono, La Russa replica: "Sicuramente sì. E non sono numeri a sorpresa. I numeri che sono venuti fuori sono quelli che avevamo prospettato tutti al presidente Berlusconi, almeno tutti noi ex di An". Riguardo le intenzioni di voto del presidente della Camera Gianfranco Fini sulla fiducia al sottosegretario Giacomo Calienso, La Russa osserva che "Il presidente della Camera non ha il dovere di dire come voterà. Come andrà lo vedremo". E aggiunge: "Se il governo dà la fiducia io credo che la daranno tutti quelli che sostengono il governo".

Bocchino: "Serve un patto" "I cannoni devono smettere di tuonare, da una parte e dall’altra", ha spiegato il finiano Italo Bocchino auspicando "un patto di legislatura per salvare l’attuale assetto bipolare, il governo e la maggioranza". Secondo Bocchino, "i nuovi gruppi parlamentari devono portare il confronto nell’ambito della maggioranza, chiedendo appositi vertici per condividere il da farsi ed evitando problemi in Parlamento, dove tutti devono impegnarsi a sostenere il programma, anche se, come ha detto lo stesso Fini, Futuro e libertà per l’Italia non esiterà a contrastare norme ritenute sconvenienti rispetto all’interesse generale". "Senza patto di legislatura - spiega Bocchino - gli scenari si farebbero più complicati. L’arma del voto immediato è spuntata e rischiosissima, la strada di governi alternativi è impervia e non rispettosa della volontà popolare. Berlusconi deve riflettere bene prima di fare la prossima mossa, soprattutto dopo l’errore di aver sbagliato i conti sulla consistenza delle truppe del presidente della Camera".

Tensioni nel Pdl Il barometro nel centrodestra continua a segnare tempesta. Giorgio Stracquadanio annuncia il monitoraggio delle presenze in Aula e avverte che chi risulterà assenteista, magari perchè impegnato in doppi incarichi, e tiepido nel sostegno al governo potrà dire addio alla ricandidatura. Palazzo Chigi smentisce come "scandalose falsità" le ricostruzioni giornalistiche che parlano di una sorte di "operazione recupero" avviata da Berlusconi nei confronti di deputati e senatori (la costituzione del gruppo a Palazzo Madama dovrebbe esserci già oggi) usciti dal Pdl e confluiti nel gruppo finiano.

"Mai commesso illeciti", ha assicurato Caliendo sostenendo che "in quarant’anni di magistratura e due di vita parlamentare" non ha "mai commesso alcunchè di illecito" e di avere la "fiducia" da parte di Berlusconi e del ministro Alfano.

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