Nel quadro ci sono forse quattro autoritratti, in diverse età della vita, di Caravaggio. Sono i volti dei pastori nella magnifica opera dell'«Adorazione», appena restaurata e presentata giovedì 11 febbraio alla Camera dei Deputati, dove resterà esposta al pubblico fino al 14 febbraio, nella sala Aldo Moro. Dal 20 sarà poi nella grande rassegna su Caravaggio delle Scuderie del Quirinale.
Il quadro del Museo Regionale di Messina, è stato realizzato dal maestro lombardo poco prima della morte, cioè tra il 1608 e il 1609, per la chiesa di Santa Maria la Concezione dei Padri Cappuccini.
L'«Adorazione dei pastori» è, dunque, una prova meravigliosa della tecnica esecutiva usata dal maestro nell'ultima produzione, quando i suoi contemporanei dicevano che avesse il «cervello stravolto».
L'ipotesi degli autoritratti è della soprintendente del Polo museale romano Rossella Vodret, grande studiosa di Michelangelo Merisi. Secondo lei il fatto sarebbe dovuto anche alla mancanza di modelli disponibili: così Caravaggio avrebbe ripetuto la sua fisionomia in anni differenti. La Vodret da tempo sta lavorando in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio artistico per individuare, secondo le loro metodologie di riconoscimento delle fisionomie, tutti gli autoritratti del grande artista.
«Per Caravaggio, la presenza di un suo autoritratto nel dipinto diventa quasi una sorta di firma», precisa la soprintendente.
I risultati del restauro, secondo gli esperti, sono eccezionali e restituiscono la profondità dei piani prospettici, le cromie originarie, la nitidezza delle figure. Così si apre una nuova stagione di studi sull'ultima produzione di Caravaggio.
«È un'iniziativa che accende i riflettori sulla cultura italiana e il suo patrimonio artistico», spiega il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi.
Il restauro è durato cinque mesi, in un laboratorio tecnico-scientifico appositamente attrezzato alla Camera e visitabile dal pubblico due volte a settimana. In tutto 6 mila persone (60.000 invece gli accessi sul portale Fastweb), soprattutto giovani, hanno assistito al progredire dei lavori diretti da Gioacchino Barbera, direttore del Museo messinese in collaborazione con l'Iscr ed eseguiti da Valeria Merlini e Daniela Storti.
L'Italia ha il primato del restauro, riconosciuto in tutto il mondo, sottolinea Bondi, apprezzando molto la formula del laboratorio-aperto, che ha consentito di avvicinare l'opera d'arte a un pubblico sempre più ampio.
Il parlamento vuole rappresentare i valori del Paese, a cominciare dall'arte, aggiunge il vice-presidente della Camera Maurizio Lupi.
Degli aspetti strettamente tecnici del restauro parla Valeria Merlini. Spiega che l'intervento di pulitura dell'Adorazione dei pastori (quello sul supporto era già stato condotto nel 1950) è stato accompagnato da una documentata campagna diagnostica, grazie alla quale sarà possibile studiare approfonditamente la tecnica usata.
I toni drammatici, il tratto pittorico sintetico, quasi essenziale, acuti luminosi mai visti prima caratterizzano la grande pala, in cui la pulitura ha fatto riemergere i fili dorati del fieno, la complessità dell'impianto prospettico, la natura morta dei poveri (la cesta con i panni e il pane, gli attrezzi di lavoro) in primo piano, le figure dei pastori.
Eppure ,non ci sono pentimenti e anche la famosa tecnica dei piccoli tagli che in Caravaggio sostituiva il disegno qui è usata solo per definire gli spazi sulla grande pala.
Il pittore si serve invece di una impostazione grafica, spiega la Merlini, fatta a pennello. Una scoperta che getta nuova luce sull'opera ultima del genio lombardo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.