Dal carcere all'università con computer e lezioni che trasformano le celle in aule multimediali

Nell'istituto di Bollate 105 studenti seguono i corsi. Età media 45 anni, più di 20 già laureati

Dal carcere all'università con computer e lezioni che trasformano le celle in aule multimediali
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Per qualcuno è il sogno della vita. La risposta a chi lo aveva bollato (e liquidato) a 20 anni con una frase rimasta scolpita anche 20 anni dopo: non sarai mai un bocconiano. Poi la vita a volte fa giri strani. La sua dirotta su una laurea in Scienze politiche ma si chiude anche dentro al carcere. Però è proprio dietro le sbarre, nella struttura di Bollate, che spunta la Bocconi. Oggi, lui, diventato pure pluripapà, è iscritto al primo anno di Economia, con la triennale che guarda caso coincide proprio con il suo fine pena. O se vogliamo chiamarlo in modo diverso, con la sua nuova vita. Lui se la prepara con lo studio, e riempie così il tempo altrimenti cristallizz ato del carcere. Per qualcun altro è un modo per tenere viva la sua passione con lo sguardo dritto sull'obiettivo, un giorno, di andare a insegnare ginnastica nelle scuole. Si è iscritto a Scienze Motorie della Statale, già al secondo anno, vissuto come fortuna nella sfortuna di averne già passati tre dietro le sbarre. Nella casa di reclusione di Bollate sono 105 gli studenti «ristretti» che a partire dal 2006, seguono i corsi di laurea proposti da Bicocca, Statale e Bocconi. Filosofia, Scienze dell'educazione, lauree giuridiche, ma ora sempre di più anche Informatica, Agraria o Economia. Età media 45 anni, una ventina quelli già laureati e occupati. Qualcuno con l'emozione dell'attesa di discutere la tesi in Statistica e gestione delle Informazioni, e l'ambizione di diventare «biostatistico». Ora a loro disposizione, una nuovissima aula multimediale, con dieci computer, finestre (super controllate) su un mondo che li porta fin dentro gli atenei milanesi. Grazie a un collegamento sempre filtrato, possono accedere alle video-lezioni oppure ai materiali del corso in tempo reale, ma anche alla biblioteca. Hanno accesso in autonomia ai servizi didattici erogati attraverso le piattaforme online dei vari atenei, tra i quali anche l'e-learning, oltre che alla segreteria, come ogni altro studente (anche se con le limitazioni del caso). L'iniziativa è stata realizzata grazie al contributo della Universo Cooperativa Sociale, che ha fornito i computer e provveduto a collegarli a una rete filtrata da firewall. Ogni studente ha un user name e una password per accedere al sistema, nel quale viene tracciato ogni movimento per garantire la necessaria sicurezza. «Si tratta di un progresso dal punto di vista operativo, ma anche psicologico», ha spiegato Maria Elena Magrin delegata dalla rettrice della Bicocca per il progetto. «Quest'aula permetterà alle persone ristrette di accedere in autonomia a una serie di servizi e materiali, ferma restando l'importanza primaria di una presenza concreta all'interno degli istituti penitenziari, attraverso i corsi che svolgiamo qui dentro ogni settimana e l'ingresso quotidiano dei tutor che seguono le nostre studentesse e i nostri studenti ristretti - ha spiegato Stefano Simonetta prorettore della Statale ieri alla presentazione del progetto all'interno della casa di detenzione. Il Progetto Carcere della Statale di Milano, è tra i più grandi d'Europa con 159 studenti iscritti (di cui 51 a Bollate), 28 dipartimenti coinvolti sui 31 totali e tutte le dieci facoltà coinvolte.

Sono 90 (53 nella Casa di reclusione di Bollate), divisi tra 27 corsi di laurea, gli studenti detenuti della Bicocca, mentre 15 quest'anno i bocconiani, ma destinati a crescere come ha puntualizzato Carlo Salvato prorettore vicario della Bocconi con l'arrivo come prorettrice di Marta Cartabria.

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