Roma - Le famiglie soffrono gli effetti della crisi e tagliano sempre più drasticamente i consumi, scesi ormai sui livelli di dieci anni fa. Nel 2009 - secondo la relazione annuale della Banca d’Italia presentata all’assemblea dei partecipanti - i consumi delle famiglie "hanno subito un calo significativo (-1,8% in volume)", anche se inferiore a quello del reddito disponibile reale (-2,5%). Una flessione che "ha acuito una debolezza decennale: in termini pro-capite, la spesa si è riportata sui livelli del 1999".
I consumi delle famiglie italiane Le decisioni di consumo, spiega il rapporto di Bankitalia, "sono state frenate dalla riduzione del reddito disponibile reale delle famiglie", che nel 2009 ha segnato -2,5% (in termini nominali -2,7%). Alla flessione "hanno contribuito soprattutto i redditi da proprietà", che sono diminuiti del 14,2% a prezzi correnti. Il calo dei consumi ha interessato tutti i principali comparti. Per i beni durevoli c’è stato un -3,7%, che ha portato il calo cumulato nell’ultimo biennio a oltre il 10%. La riduzione della spesa in mobili, articoli per l’arredamento ed elettrodomestici "ha più che compensato l’incremento di quella in prodotti ad alto contenuto tecnologico e in mezzi di trasporto, favorita dagli incentivi fiscali al rinnovo del parto auto".
Calano i beni durevoli Per il terzo anno consecutivo, poi, è proseguito il calo dei consumi di beni non durevoli (-1,9% nel 2009). La tendenza negativa di questo comparto "è senza precedenti nelle serie storiche della contabilità nazionale". Molto accentuata è stata la contrazione per alimentari e bevande (-3,5% l’anno scorso e -6,4% nell’ultimo triennio), "anche a causa del nuovo aumento dei prezzi al dettaglio, nonostante la marcata riduzione dei corsi delle materie prime". Nel 2009, sottolinea la relazione annuale di Bankitalia, si è accentuata la flessione degli acquisti di beni semidurevoli (-5,5%), "soprattutto nella componente degli articoli di vestiario e calzature", mentre la domanda di servizi "è diminuita in misura relativamente contenuta (-0,8%)". Alla minore spesa in comunicazioni e in attività legate al turismo "si è contrapposto l’aumento di quella in servizi ricreativi, di trasporto e in fitti".
La caduta del reddito La caduta del reddito disponibile reale (-2,5%) è stata determinata soprattutto dai redditi da proprietà, che si sono contratti del 14,2% a prezzi correnti, "principalmente a causa del ridimensionamento degli interessi netti affluiti alle famiglie (-43,4%)". Sempre in termini nominali, "i redditi da lavoro autonomo, che rappresentano un quinto del totale, hanno segnato il secondo calo consecutivo (-2,4%), riconducibile alla diminuzione delle posizioni lavorative".
"Nel complesso del settore privato - conclude il rapporto di Palazzo Koch - che include famiglie e imprese, il reddito disponibile ha subito una flessione dell’1,2% in termini reali. Il calo è stato contenuto da un ridimensionamento dei dividendi distribuiti dalle aziende".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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