"In carcere è in pericolo di vita". La difesa di Verdini chiede la sua scarcerazione

Il professor Carlo Rostagno, perito nominato dai giudici, ha dichiarato che l'ex parlamentare è affetto da diverse patologie di difficile gestione in una struttura carceraria. Attesa la decisione del Tribunale di Sorveglianza

"In carcere è in pericolo di vita". La difesa di Verdini chiede la sua scarcerazione
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Denis Verdini è affetto da diverse patologie di difficile gestione in una struttura carceraria. Questa è la conclusione alla quale è arrivato il professor Carlo Rostagno, perito nominato dal tribunale di sorveglianza di Firenze per valutare se le condizioni di salute dell'ex parlamentare siano compatibili con la detenzione in un carcere. Alla medesima conclusione medica avanzata dallo specialista nel corso dell'udienza tenuta oggi nel capoluogo toscano è arrivano anche il professore Pierluigi Stefàno, il direttore di cardiochirurgia, consulente della difesa. A breve i giudici decideranno quindi se Verdini otterrà il differimento della pena agli arresti domiciliari.

Da qualche settimana, proprio per via dell'aggravarsi di alcune patologie di cui Verdini soffre da tempo, non è più recluso nel carcere di Sollicciano (quartiere della periferia ovest di Firenze) bensì nel centro clinico "Don Bosco" del carcere di Pisa. Tuttavia, anche la struttura sanitaria del capoluogo di provincia toscano ha consegnato alla Sorveglianza una relazione che attesta l'incompatibilità dell'esponente politico originario di Fivizzano pure con il centro clinico. "Qui rischia la vita ogni giorno", è la sintesi del documento su cui adesso l'avvocato di Verdini, Marco Rocchi, punterà molto affinché il suo assistito e amico possa trovare una sistemazione alternativa al carcere. Di opposta opinione, invece, è quella pronunciato sempre nell'udienza odierna dalla procura generale, secondo la quale l'ex parlamentare dovrebbe rimanere a regime detentivo in carcere, perché nel centro clinico pisano è assistito e curato più che adeguatamente. Il parere è stato sostenuto dal sostituto procuratore generale Sergio Affronte.

73 anni compiuti tre settimane fa, Denis Verdini deve scontare 15 anni e 10 mesi di reclusione a causa di un cumulo di tre condanne definitive per bancarotta. Nel gennaio 2021 era riuscito a ottenere la detenzione domiciliare per motivi di salute, a causa della diffusione del Covid nel carcere romano di Rebibbia. Tale decisione era stata poi confermata dal Tribunale di sorveglianza di Firenze nel luglio dello stesso anno per motivi legati all'età. Tuttavia, nello scorso mese di febbraio, la detenzione all'interno delle proprie mura domestica gli era stata revocata per avere violato le prescrizioni imposte dallo stesso tribunale di sorveglianza.

All'ex senatore era stata imputata la circostanza di avere partecipato a tre cene in alcuni ristoranti di Roma, città dove era stato autorizzato a recarsi da Firenze, per visite dal suo dentista di fiducia. Verdini era stato autorizzato anche a pernottare nella casa capitolina del figlio Tommaso. Ma le assenze sarebbero andate oltre i permessi.

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