Ancora una vittoria delle Ong contro il governo italiano: il giudice Antonio Albenzio del tribunale civile di Crotone ha confermato definitivamente l'annullamento il provvedimento di fermo amministrativo deciso nel marzo scorso dalle autorità italiane per la nave Humanity 1 della Ong tedesca Sos Humanity. "È risultata l'unica imbarcazione ad intervenire per adempiere, nel senso riconosciuto dalle fonti internazionali, al dovere di soccorso in mare dei migranti", ha scritto il giudice nelle sue motivazioni.
Le autorità hanno contestato all'equipaggio di aver ostacolato le operazioni in mare dei recupero da parte della guardia costiera libica in base alle comunicazioni che la stessa ha inoltrato alla guardia costiera italiana. In base a questa comunicazione, le autorità avevano deciso di procedere con il fermo amministrativo in porto della nave in nome del decreto Piantedosi, che però i giudici italiani stanno puntualmente sconfessando con le sentenze in favore delle Ong. Albenzio già lo scorso 18 marzo aveva sospeso il provvedimento a pochi giorni dallo scadere dello stesso, accogliendo il ricorso di urgenza dell'organizzazione. Il 17 aprile aveva confermato la decisione con una sentenza che apre a un pericoloso precedente, che sconfessa la Libia come Paese adeguato per gli interventi in mare per i migranti.
"La corte non classifica le attività del centro di controllo dei soccorsi libici e della cosiddetta guardia costiera libica come misure di ricerca e salvataggio, ma come rimpatri illegali", scriveva lo scorso aprile Albenzio. Il che autorizza implicitamente le Ong a operare senza limiti in zona Sar libica, riconosciuta a livello internazionale, in quanto la Libia, nel caso in cui recuperasse migranti in plausibile difficoltà, starebbe effettuando respingimenti illegali. Il giudice fa, quindi, carta straccia dei memorandum Italia-Libia del 2017. E ogni qualvolta dovesse aprirsi un contenzioso, le Ong potrebbero far leva su questa sentenza per superare il decreto Piantedosi.
Nella sua decisione, il giudice di Crotone ha condannato il ministero delle Infrastrutture, il ministero dell'Interno e Questura di Crotone, ministero delle Finanze, Guardia di finanza, sezione operativa navale di Crotone e rappresentati dall'avvocatura di Stato
di Catanzaro a rifondere alla Ong la somma di 14mila euro per le spese di lite. Si tratta dell'ennesimo provvedimento che premia le Ong, ormai consapevoli di poter operare in spregio delle leggi italiane.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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