"Il 5 giugno entrerò nella stessa aula di tribunale in cui sono stata condannata per un crimine che non ho commesso, anche questa volta per difendermi". Lo scrive Amanda Knox su X (ex Twitter) alla vigilia del verdetto relativo al processo di revisione per calunnia in cui è imputata davanti alla Corte d'assise d'appello di Firenze. La 37enne statunitense è accusata di aver indicato ingiustamente Patrick Lumumba come l'assassino di Meredith Kercher, la giovane studentessa inglese uccisa a Perugia la notte dell'1 novembre 2007. All'epoca dei fatti, per il solo reato di calunnia, Knox fu condannata a 3 anni di reclusione. Una pena che, anche nell'ipotesi in cui fosse riconfermata, l'americana ha già scontato durante i quattro anni trascorsi nel carcere perugino dopo la condanna in primo grado per l'omicidio della coinquilina e dunque prima dell'assoluzione definitiva.
L'accusa nei confronti di Knox
Per capire meglio questa vicenda giudiziaria, bisogna riavvolgere il nastro e tornare al delitto di Perugia. Durante l'interrogatorio del 6 novembre 2007, Knox fece il nome di Patrick Lumumba ipotizzando che potesse essere coinvolto nell'assassinio di Meredith. A instillare il dubbio negli inquirenti fu uno scambio di sms tra Lumumba, all'epoca titolare di un bar in centro a Perugia, e la giovane studentessa americana. Nei giorni successivi, Knox smentì il racconto iniziale parlando di "un sogno". Sta di Fatto che Lumumba fu detenuto ingiustamente in carcere per 14 giorni, salvo poi essere prosciolto dalle accuse in quanto totalmente estraneo all'omicidio. La 37enne ha sempre sostenuto di avere tirato in ballo Lumumba perché messa sotto pressione durante l'interrogatorio. Ragioni poi rivendicate davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo che ha condannato l'Italia per violazione dei diritti nel procedimento per calunnia (la giovane sarebbe stata sentita in assenza di un difensore). Facendo appello alla decisione della CEDU, e anche a un nuovo articolo introdotto dalla Riforma Cartabia, gli avvocati di Knox hanno impugnato la sentenza di condanna a 3 anni di reclusione e chiesto un nuovo processo. A ottobre del 2023, la Corte di Cassazione ha annullato il verdetto rinviando a un nuovo collegio giudicante la valutazione sulla configurabilità del reato.
Il post di Amanda
Nella precedente udienza del 10 aprile, il procuratore generale Ettore Squillace ha chiesto di confermare la condanna a 3 anni di reclusione ritenendo che Knox sarebbe stata "consapevole dell'innocenza di Lumumba" e "consapevole di fare agli inquirenti il nome di una persona che non c'entrava nulla con l'omicidio". L'americana, che si professa innocente, domani sarà in aula a Firenze "per difendersi" - come si legge nel post pubblicato su X - e conta di "poter ripulire" il suo "nome una volta per tutte dalle false accuse". "Auguratemi buona fortuna", scrive la 37enne rivolgendosi ai follower. E poi, in italiano: "In bocca al lupo!".
Raffaele Sollecito: "Amanda ha il mio supporto"
"Non avevo dubbi che Amanda prendesse parte al processo, anzi mi sarebbe sembrato strano il contrario. Sarà davanti ai giudici per una cosa positiva, per veder riconosciute le violazioni subite in passato", dice Raffaele Sollecito in una intervista a Il Giorno commentando la decisione di Knox di partecipare al processo. "Forse si potrà definitivamente chiudere il cerchio su questa dolorosa e drammatica vicenda. - continua - E si potrà finalmente ribaltare anche il giudizio morale su quella che allora era una ragazza di vent’anni. Giudizio pesantissimo su di lei che, sono sicuro, oggi non sarebbe più lo stesso".
L'ingegnere pugliese, anche lui assolto in via definitiva per l'omicidio di Meredith Kercher, non parteciperà all'udienza di domani per "impegni di lavoro" ma "darò lo stesso tutto il mio appoggio, a distanza ad Amanda". "Spero che per buona pace di tutti si chieda scusa e si metta un punto, - conclude Sollecito - chiudendo l’ultimo capitolo di questa triste e dolorosa storia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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