Omicidio Sharon Verzeni, ora Moussa Sangare ritratta la confessione

Aveva ammesso di averla uccisa "a caso", ma ora sostiene di non essere stato lui. La mossa della difesa: perizia psichiatrica

Omicidio Sharon Verzeni, ora Moussa Sangare ritratta la confessione
00:00 00:00

Colpo di scena nel processo per l’omicidio di Sharon Verzeni. Si è infatti proclamato innocente Moussa Sangare, imputato che al suo arresto aveva reso invece una confessione. Per l’uomo ci sarà la perizia psichiatrica, al fine di stabilire la sua capacità di stare a giudizio e al tempo stesso se al momento del delitto fosse in grado di intendere e di volere. Il perito, la dottoressa Giuseppina Paulillo, inizierà a lavorare l’1 aprile e avrà 90 giorni di tempo per depositare la propria perizia, che verrà discussa il 22 settembre con i consulenti di difesa e accusa.

Già nella prima udienza Sangare aveva affermato di essere innocente e l’ha ribadito oggi con dichiarazioni spontanee: in un intervento “di dieci-quindici minuti si è proclamato innocente e ha detto a modo suo il perché”, ha spiegato il suo avvocato difensore Giacomo Maj.

Presente in aula il padre della vittima, Pietro Verzeni, che è apparso “molto scosso”. “È una famiglia che sta soffrendo e sentire queste cose la fa ancora più soffrire”, ha ribattuto Luigi Scudieri, legale di parte civile che sta seguendo la famiglia di Sharon. Secondo l’avvocato, questa ritrattazione “dimostra ancor più la lucidità” di Moussa Sangare.

Sharon Verzeni , 33 anni venne uccisa la notte del 30 luglio 2024, mentre faceva, dietro consiglio del nutrizionista, una passeggiata nel paese in cui risiedeva, Terno d’Isola. In una sera tranquilla, in cui la donna cercava un po’ di tregua dall’afa estiva, avrebbe incontrato un killer. Dopo circa un mese di indagini, gli inquirenti hanno fermato il 31enne Moussa Sangare, che viveva a Suisio in una casa occupata ed era giunto a Terno in bici.

Dopo il fermo, Sangare ha raccontato, tra le contraddizioni, di aver scelto una vittima “a caso” - ma in realtà, precedentemente, avrebbe incontrato due giovani uomini, i quali hanno contribuito alla sua individuazione. Dopo aver visto “questa ragazza che camminava guardando le stelle e ascoltando la musica”, avrebbe avvertito un “feeling”, ossia un “raptus”, facendo il giro dell'isolato per aggredirla alle spalle con un coltello, con cui l’avrebbe colpita, stando sempre alla prima confessione, alla schiena. Il coltello utilizzato, tra l’altro, si sarebbe rotto, per l’incontro con un ostacolo, probabilmente una costola della donna. Prima dell’aggressione, le avrebbe detto: “Scusa per quello che sta per succedere”.

Perché? Perché? Perché?”, sarebbero state invece le ultime parole di Sharon. La perizia psichiatrica, insieme alle prove e alle testimonianze, potrà aiutare a risalire a cosa sia accaduto, al di là di confessioni e ritrattazioni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica