Nel giorno in cui viene arrestata la madre di Saman Abbas, spunta la nuova versione del padre, fornita in una deposizione avvenuta poco prima che venissero rese note le motivazioni della sentenza in cui, alla fine del 2023, lui e la moglie sono stati condannati all’ergastolo in primo grado per l’omicidio della 18enne avvenuto a Novellara il 30 aprile 2021.
Quarto Grado ha infatti mandato in onda in esclusiva il video della deposizione di Shabbar Abbas: è lo scorso 19 aprile, l’uomo si trova nel carcere di Modena insieme ai suoi legali e al pm. Shabbar contesta in questo modo la ricostruzione dei fatti del processo, che ha condannato inoltre suo fratello Danish Hasnain a 14 anni, mentre ha assolto i due cugini.
È proprio sui cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq che Shabbar punta il dito, affermando di aver chiesto a loro e a Danish “solo” una spedizione punitiva nei confronti del fidanzato di Saman, Saqib Ayub, per intimorirlo ma non per ferirlo gravemente. Shabbar ha affermato inoltre di essere stato minacciato: per questo non avrebbe detto nulla in merito prima.
“È vero che Saman è morta e che è stata uccisa - ha spiegato il padre di Saman - Ma è anche vero, che non è stata uccisa da una sola persona: quella sera ce n’era più di una. Come ha fatto Danish a fare quella buca da solo? Ha usato due badili? C'era qualcun altro: due o tre persone […] Finora penso di aver salvato mio figlio. Il papà di Ikram, suo zio, è tutta gente pericolosa. Sono persone molto pericolose. Mi dicevano: ‘C'è tuo figlio, te n'è rimasto uno, non accusare nostro figlio’”.
Inoltre, mentre la moglie Nazia Shaheen - arrestata appunto ieri - era ancora latitante, Shabbar ha cercato di difendere le loro posizioni in questa deposizione: “Nazia non ha ucciso Saman. Una madre piange sempre per sua figlia. Adesso non viene in Italia, ma basterebbe una mia parola e lei arriverebbe qui […] Io voglio solo giustizia, per mia figlia. Rimango in carcere, non c'è problema, tanto fuori non ho più niente. Quando sento in televisione che io e mia moglie abbiamo ammazzato nostra figlia, mi fa molto male”.
Intanto c’è una data, quella del prossimo 12 giugno: in Pakistan si deciderà per l’estradizione di Nazia.
Questo significa che se tutto andrà liscio, il suo iter potrebbe essere più breve rispetto a quello di Shabbar - che ha risentito di diversi rinvii - e quindi in autunno anche la madre potrebbe essere in Italia per essere giudicata nel processo d’appello.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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