Hong Kong, finisce con otto arresti il ricordo di Piazza Tienanmen

Disordine, violazione della quiete pubblica e azioni con intenti sediziosi sono le accuse nei confronti degli attivisti politici fermati: tra loro anche Mamie Wong e Chan Po-ying

Hong Kong, finisce con otto arresti il ricordo di Piazza Tienanmen
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Otto attivisti politici sono stati arrestati a Hong Kong oggi, 4 giugno, per avere commemorato pubblicamente l'anniversario della strage di Piazza Tienanmen, avvenuta 34 anni fa. Le accuse nei loro confronti, comunicate con una nota ufficiale senza troppe spiegazioni, riguardano disordini, violazione della quiete pubblica a vere compiuto azioni con intenti sediziosi. Tra le persone fermate alla manifestazione di Victoria Park c'è anche Alexandra Wong.

"Mamie Wong", come è meglio nota, è una figura di spicco del movimento democratico di Hong Kong e, prima di essere caricata su un furgone della polizia, camminava con in mano un mazzo fiori nel distretto centrale di Causeway Bay, dove da tempo si tengono fiaccolate in memoria delle vittime di Tiananmen. Come ha constatato un giornalista dell'Afp, è stata bloccata anche Chan Po-ying, leader del partito di opposizione. Da quanto si è appreso, la donna teneva in mano una piccola candela a Led (una scena comune nelle veglie commemorative del 4 giugno 1989) e due fiori. Il governatore di Hong Kong, John Lee, filocinese, non ha voluto rispondere a domande in cui gli si chiedeva se le commemorazioni fossero o meno consentite e si è limitato a dire che le persone devono agire secondo la legge o essere "pronte ad affrontare le conseguenze".

Fino a quattro anni fa migliaia di persone si sono sempre riunite ogni 4 giugno a Hong Kong per ricordare le vittime del massacro. Tuttavia dal 2020 in poi – usando pretestuosamente come motivazione le restrizioni dovute al Covid – Pechino ha aumentato il suo controllo sull'ex colonia britannica amministrata in modo indipendente. Per i primi due anni da quanto è entrato in vigore il divieto le manifestazioni erano state comunque organizzate e c'erano stati molti arresti di attivisti e dimostranti. Nel 2022 non si erano tenute per la prima volta e quest'anno sta succedendo lo stesso.

Hong Kong è un'ex colonia britannica e dal 1997 ha assunto lo status di regione amministrativa speciale cinese. Per tanti anni è stato l'unico posto della Cina in cui si svolgeva una grande commemorazione annuale per la strage di piazza Tienanmen: anche per via di una particolare libertà e autonomia su varie questioni di cui godeva, grazie al cosiddetto sistema "una Cina due sistemi" e per le quali era considerata una specie di "frontiera della democrazia" nel Paese. Negli ultimi anni però il controllo del regime cinese su Hong Kong è aumentato enormemente, nonostante grandi proteste, e la democrazia e la libertà sono state progressivamente erose fino a essere del tutto smantellate.

Cosa avvenne 34 anni fa

Pechino, 4 giugno 1989. Molti manifestanti si riuniscono in piazza Tienanmen per chiedere riforme democratiche e vengono uccisi dall’esercito del Paese su ordine del governo di Deng Xiaoping. Le proteste in piazza vanno avanti già da metà aprile di quell'anno: sono organizzate da studenti, intellettuali e operai, scesi in piazza in seguito alla morte del leader comunista riformista Hu Yaobang. Il 20 maggio il governo impone la legge marziale, mentre molti studenti cominciano lo sciopero della fame. Dopo giorni di proteste ed esitazioni da parte del governo su come affrontarle, nella notte tra il 3 e il 4 giugno i convogli dell'esercito popolare entrano nella capitale cinese e le manifestazioni vengono così represse con la forza. L'esercito spara sulla folla con fucili e carri armati, causando la morte di alcune centinaia di persone (secondo altre stime, migliaia).

In vista dell'anniversario, le Madri di Tiananmen, un gruppo di parenti delle vittime, hanno chiesto che venisse fatta luce su quei giorni di 34 anni fa esatti.

In ogni caso per diversi decenni la Cina ha messo in atto un'ampia repressione di qualsiasi forma di protesta riguardante l'evento: lo svolgimento di manifestazioni per la strage sono sempre state evitate, così come ogni forma di testimonianza o pubblicazione che potesse ricordarla, anche su internet, è sempre stata censurata in modo eccezionalmente pervasivo.

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