Non solo Netanyahu: ecco chi decide le sorti della guerra a Gaza

Sono cinque i componenti del gabinetto di guerra di Israele che decideranno le sorti della guerra contro Hamas e di fatto il destino della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza

Non solo Netanyahu: ecco chi decide le sorti della guerra a Gaza
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Le prossime mosse di Israele nella crisi con Hamas dipendono da cinque uomini. Cinque decisori che guidano il gabinetto di guerra del Paese, gli stessi chiamati a sciogliere tutti i nodi spinosi, dalla distruzione del gruppo filo palestinese alla liberazione degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza. Oltre al premier Benjamin Netanyahu troviamo l'ex capo di Stato maggiore Benny Gantz, il ministro della Difesa, Yoav Gallant, il ministro degli Affari strategici, Ron Dermer, stretto alleato del capo di governo, e Gadi Eisenkot, vicino a Gantz e anch'egli ex capo di stato maggiore.

Il premier Netanyahu

Questi cinque personaggi sono i componenti del gabinetto di guerra frutto dell'accordo tra Netanyahu e uno dei leader d'opposizione, Gantz. Per capire di chi stiamo parlando, possiamo partire dal fornire un identikit del premier isrealiano, nonché leader del Likud, chiamato anche Mr. Sicurezza. Netanyahu è al potere da 15 anni, ad eccezione di una piccola parentesi, e ha sempre promesso di rovesciare il regime di Hamas a Gaza. Non aveva mai fin qui portato a compimento questo compito, che potrebbe invece realizzare adesso, anche per far cessare le recenti polemiche sul suo conto.

Sebbene Netanyahu abbia autorizzato un'operazione di terra limitata a Gaza nel 2014, non ha mai ordinato nulla della portata o della complessità dell'invasione che si profila all'orizzonte. La scelta di rientrare nella Striscia pare inevitabile, e viene invocata con forza dagli alleati di governo di estrema destra dopo il massiccio attacco di Hamas del 7 ottobre, ma su questa diversi attori fanno pressioni - a cominciare dagli Usa - e la stessa popolazione israeliana comincia ad avanzare dubbi, come fotogra un sondaggio secondo il quale quasi la metà vorrebbe aspettare.

Gli altri decisori di Israele

Ron Dermer è uno degli alleati politici più fidati e vicini a Netanyahu. Ai tempi dell'incarico come ministro delle Finanze all'inizio degli anni 2000, il premier lo nominò addetto economico presso l'ambasciata israeliana a Washington, poi diventare lui stesso ambasciatore negli Stati Uniti nel 2013. Quando Netanyahu è tornato al potere a fine dicembre, è stato nominato ministro degli Affari strategici, il responsabile dei dossier di politica estera più delicati. Tra questi, c'è il negoziato con l'Arabia Saudita per normalizzare le relazioni diplomatiche, sul quale Netanyahu puntava tantissimo e che è stato interrottto dall'attacco di Hamas e dal successivo conflitto contro la Striscia di Gaza.

Passiamo quindi a Gadi Eisenkot, successore di Gantz come capo di Stato maggiore. Un anno fa, ha sottolineato l'Agi, ha ottenuto un seggio in Parlamento come candidato del suo partito di Unità nazionale. Nella sua carriera militare è stato a capo del Comando Nord, cosa che gli ha fornito una lunga esperienza nella lotta contro Hezbollah. È considerato un uomo che non fa annunci. È un duro, equilibrato e realista: una dote in una situazione in cui, a fronte dei proclami di volontà di distruzione di Hamas, bisogna valutare una situazione molto complessa, con numerose incognite e un alto prezzo da pagare in termini di vite umane.

Gallant e Gantz

Yoav Gallant, ex capo del Comando meridionale delle forze armate israeliane e attore chiave nella guerra contro Hamas nel 2008-2009, è il ministro della Difesa di Israele ed è considerato uno dei membri più aggressivi del gabinetto. All'indomani del massacro di Hamas, ha promesso di cambiare la realtà sul campo a Gaza. Il suo stile è in contrasto con quello cauto di Netanyahu, tanto che i due hanno dovuto negare in una nota giorni fa di essere in disaccordo sulla gestione del conflitto.

Arriviamo così a Benny Gantz, ex capo di Stato maggiore durante la guerra del 2014 con Hamas e leader del partito centrista Unità nazionale. È stato uno dei principali leader dell'opposizione a Netanyahu fino allo scoppio delle nuove ostilità, quando ha deciso di entrare in un governo di emergenza per la durata del conflitto.

Insieme a Eisenkot, insiste nello stabilire un piano chiaro sul post-invasione di Gaza prima di lanciare l'operazione di terra, un qualcosa sul quale Israele sta ancora lavorando. Gli sviluppi della crisi tra Israele e Hamas passano insomma attraverso il gabinetto di guerra e i suoi cinque decisori principali.

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