"Quella firma non è mia". Nell'inchiesta Karibu, Lady Soumahoro tenta la carta della perizia grafica

La moglie del deputato vuole dimostrare che la firma su alcuni atti gestionali della coop non è la sua e smontare così le accuse che le vengono mosse dai pm di Latina

"Quella firma non è mia". Nell'inchiesta Karibu, Lady Soumahoro tenta la carta della perizia grafica
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Tenta la carta della perizia grafica Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, per dimostrare che non è sua la firma sui documenti della cooperativa Karibu che sono invece considerati dall’accusa la prova che la donna gestisse la coop assieme agli altri familiari.

La richiesta dell’avvocato Borrè

Come riporta Latina Oggi, nei giorni scorsi l’avvocato Lorenzo Borrè, difensore di Lady Soumahoro, ha presentato una memoria difensiva attraverso la quale chiede ai pubblici ministeri Andrea D’Angeli e Giuseppe Miliano un supplemento investigativo, tra cui una perizia grafica. Quest’ultima servirebbe a dimostrare quel che Murekatete sostiene da tempo, ossia che su alcuni atti della coop ci sarebbe una firma che non è la sua. Già nei mesi scorsi emerse la figura di una ex dipendente della coop Karibù che si intestò la paternità di quella firma al posto di Liliane.“Quella firma è la mia”, aveva assicurato invece una ex dipendente, aggiungendo che quel giorno Liliane non era presente all’assemblea della coop perché in maternità.

L'acquisizione dei tabulati

Durante le fasi delle indagini preliminari Borrè aveva anche chiesto l’acquisizione dei tabulati telefonici per dimostrare che Murekatete non si trovasse nella sede dove si stava svolgendo l’assemblea della cooperativa. Ma i giudici sono convinti del contrario: ossia che lady Soumahoro abbia partecipato a quell’incontro assieme alla madre Marie Therese Mukamitsindo e al fratello, Michel Rukundo. Tutti e tre sono indagati dalla procura di Latina per evasione fiscale.

Lo scorso dicembre il gip di Latina Giuseppe Molfese ha disposto per gli indagati l’interdizione dai rapporti con le pubbliche amministrazioni per 12 mesi oltre al divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche e ha sequestrato preventivamente oltre 600 mila euro. Lo scorso mese l’inchiesta è stata chiusa e si attendono le decisioni del tribunale. Ora però il nuovo colpo di scena: la difesa di Liliane chiede una perizia e altri accertamenti.

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