Piadina con farina di insetti: la proposta dell'Università di Bologna

Il Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna starebbe sperimentando l'utilizzo di farina di insetti nella preparazione della piadina romagnola, per un progetto che ha già causato l'insorgere di polemiche

Piadina con farina di insetti: la proposta dell'Università di Bologna
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Sperimentare l'utilizzo di farina di insetti nella preparazione della piadina romagnola: questo, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino, il progetto al quale starebbe lavorando il Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna. Per un'iniziativa che sta già facendo discutere soprattutto in Romagna, e che com'era facile intuire ha già trovato diversi detrattori. Tutto è partito a quanto sembra dalla tesi di laurea di una studentessa cesenate proprio sull'impiego delle farine di insetti in ambito gastronomico. "Il modo giusto per inserire insetti nella gastronomia tipica è proprio quello di impiegarne le farine. Inserire larve è prematuro e per il momento potrebbe restare una scelta relegata alla curiosità - il commento rilasciato al Carlino del relatore della tesi in questione, il professor Massimiliano Petracci, non privo di tratti surreali -perché la piadina? Perché la sfida è proprio quella: portare una novità in un prodotto tradizionale.

Inserire una quota di farina di insetti, accanto a quella usuale, potrebbe non marcare una differenza sostanziale al gusto ma evidenziare una scelta che apporta un alto valore proteico. E che va incontro alla prescrizione di alcune diete". Il professore riconosce se non altro che forse "molti abitanti dell'area mediterranea non si convinceranno mai" al consumo di un prodotto del genere, considerando le barriere culturali. Per un'idea che ha già raccolto i primi pareri contrari: la formazione civica "Difendi Cesena" ha attaccato duramente il progetto, sulla propria pagina Facebook. "Per noi questa non è solamente una rischiosa provocazione, ma anche una vera aggressione ai nostri usi e consumi. La piadina romagnola è un patrimonio da difendere, non un testimonial per il discutibile cibo del futuro - si legge in una nota - apprendiamo che il Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari starebbe appositamente sperimentando l’utilizzo di tale ingrediente ributtante, per stravolgere una nostra pietanza tipica, perché, secondo il punto di vista provocatorio degli ideatori, la sfida è proprio quella di portare una novità che frantumi la tradizione".

Il comunicato si chiude con un invito rivolto all'amministrazione comunale cesenate. "Oggi siamo solamente nella fase utile a far entrare nell’immaginario collettivo un tema prima d’ora impensabile. Anzi, indigeribile. Infatti, per indurre già da ora i futuri comportamenti, si ricorre all’autorevolezza istituzionale del relatore universitario - chiudono gli esponenti di Difendiamo Cesena - il tema non è da sottovalutare.

Esortiamo quindi l’amministrazione locale a scendere in campo a tutela delle nostre tradizioni culturali e gastronomiche. Con un gesto concreto. Prendere le distanze da queste derive alimentari, e impedire che insetti e larve finiscano nei piatti delle mense scolastiche e pubbliche".

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