Spilla birra per 4 giorni, stangata da 29mila euro sul pensionato da parte dell'Inps

Il 66enne aveva guadagnato 180 euro netti per aver lavorato durante l'Adunata degli Alpini di Udine

Spilla birra per 4 giorni, stangata da 29mila euro sul pensionato da parte dell'Inps
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Ha lavorato appena 4 giorni, spillando delle birre in occasione dell'Adunata nazionale degli Alpini di Udine e incassando per i suoi servigi 180 euro netti: a causa di quella somma ora l'Inps chiede al pensionato protagonista della vicenda di restituire ben 29mila euro.

I fatti risalgono al 2023, quando il 66enne diede la propria disponibilità per ricoprire il ruolo di spillatore, non pensando neppure lontanamente che quella sua decisione gli si sarebbe ritorta contro in modo così pesante. L'uomo, un tempo dipendente di una birreria, era andato in pensione anticipata nel 2021 sfruttando l'allora in vigore "Quota 100". Ed è proprio questo il motivo alla base della stangata ricevuta da parte dell'Inps: chiunque abbia sfruttato l'uscita dal mondo del lavoro anzitempo tramite quello scivolo non può in alcun modo svolgere nessun tipo di lavoro retribuito.

Il pensionato ha tentato di difendersi sostenendo di essersi informato presso gli uffici dell'Inps prima di accettare l'incarico e di aver ricevuto delle rassicurazioni direttamente dagli operatori a cui aveva chiesto delucidazioni. Tutto inutile: l'Istituto nazionale di previdenza sociale non è arretrato di un millimetro, e per quei 180 euro netti incassati in appena 4 giornate lavorative il 66enne dovrà ora pagare ben 29mila euro, vale a dire l'intero ammontare di una anno di pensione.

Sanzione che, peraltro, è stata convalidata anche dal Tribunale del lavoro: l'unico beneficio che l'uomo è riuscito a ottenere è la riduzione della trattenuta mensile per risarcire l'Inps, ovvero 430 euro anziché 650 euro in precedenza stabiliti. Ciò significa che il debito sarà estinto in circa 5 anni. L'Istituto nazionale di previdenza sociale ha difeso il proprio operato, seguendo concretamente quanto previsto dal decreto legge 4 del 2019, in cui si fa divieto di cumulare il reddito da pensione anticipata con quello da lavoro dipendente (unica eccezione resta il lavoro autonomo, ma entro specifiche soglie).

"È ammessa solo la prestazione occasionale, comunque non superiore ai 5mila euro annui", ha dichiarato la responsabile dell'Ufficio relazioni con il pubblico della sede provinciale dell'Inps Anna Pontassuglia, "l'istituto deve applicare pedissequamente la normativa". Ora il pensionato, che firmò un contratto a chiamata esclusivamente per beneficiare della copertura dei costi assicurativi, può solo tentare di ricorrere in appello.

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Avatar di columbus columbus
6 Apr - 11:06
Bene così la prossima volta rispetti le regole , in pension e e ti fai pagare , complimenti .....ora paga
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Avatar di columbus columbus
6 Apr - 11:06
Bene così la prossima volta rispetti le regole , in pension e e ti fai pagare , complimenti .....ora paga
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