"Così riapriamo il caso". Nuove consulenze su Denise Pipitone

L'ex marito della madre di Denise Pipitone ha prodotto delle relazioni per riaprire il caso della bambina rapita nel 2004

"Così riapriamo il caso". Nuove consulenze su Denise Pipitone
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Tony Pipitone chiede che sia riaperto il caso del rapimento di Denise Pipitone, la bambina scomparsa l’1 settembre 2004 a Mazara del Vallo. Secondo quanto riporta Today, l’uomo si sarebbe avvalso di alcune consulenze, le cui relazioni sono state depositate ieri al tribunale di Marsala.

Non si conosce il contenuto delle relazioni, ma se ne conoscono le firme: quella della criminologa Antonella Pesce Delfino - che ha avuto un grosso ruolo nella riapertura del caso dell’omicidio di Nada Cella - dell’investigatore Giuseppe Asaro e dell’esperta in scienze forensi Katia Sartori, che avrebbe eseguito alcune perizie grafiche. Tony Pipitone, che ha contattato gli esperti, è l’ex marito di Piera Maggio, ovvero l’uomo che ha dato il cognome a Denise.

Come detto, sono trascorsi quasi venti anni dal rapimento della bambina. Che si ritiene - e si spera - sia ancora viva. Ma in questi anni sono arrivate - e continuano ad arrivare - diverse segnalazioni, l’ultima delle quali nelle scorse settimane. In questo modo è ritornato in auge il ricordo di una delle prime, importantissime segnalazioni sul caso. Fu quella di una guardia giurata, Felice Grieco, che riprese con un telefonino a Milano una bambina molto somigliante a Denise e che parlava con intonazione tipicamente siciliana, ma si trovava eccessivamente coperta per la stagione e in un gruppo di presunti rom o sinti.

La presunta Denise Pipitone

Questa segnalazione diede un forte impulso all’ipotesi di un passaggio di mano: Denise sarebbe stata rapita non per essere uccisa o per finire - come spesso accade con i rapimenti di bambini - nel giro delle adozioni illegali - ma sarebbe stata consegnata a qualcuno, finendo per credere negli anni che quella fosse la sua vera vita, la sua vera identità. In base a quest’ipotesi, oggi Denise sarebbe una donna, quasi certamente ignara della sua origine e della sua famiglia.

Per provare a risvegliare i ricordi, la famiglia di Denise talvolta posta sui propri canali social degli oggetti con cui la bimba aveva famigliarità, nella speranza di risvegliare un ricordo. Tra questi il pupazzo dell’angelo Serafino, che fu un dono del papà di Denise Piero Pulizzi.

La notizia della nuova segnalazione è giunta in corrispondenza all’apertura dell’indagine contro ignoti per interferenza illecita nella vita privata.

Nell’effettuare lavori di casa infatti, la mamma di Denise Piera Maggio, aveva trovato alcune cimici, delle quali si ignora la provenienza: il fatto però che sia stata aperta un’indagine porta a pensare che forse non si sia trattato di microspie che gli inquirenti avrebbero piazzato venti anni fa, ma ci sia stato qualcun altro interessato a monitorare la famiglia di Denise.

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