La riapertura delle indagini sulla morte di Liliana Resinovich getta luce su nuovi scenari che potrebbero consentire di giungere alla verità. La donna scomparve il 14 dicembre 2021 da Trieste, venendo poi ritrovata cadavere nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico 3 settimane più tardi, avvolta in sacchi di plastica neri. Dopo la richiesta di archiviazione per suicidio e le opposizioni presentate dai congiunti, si stanno esplorando nuove strade, ma non senza rianalizzare le vecchie prove alla luce di tecnologie ed esami specifici.
In quest’ottica potrebbe avere molta importanza l’analisi delle celle agganciate dalle persone attenzionate dalle forze dell’ordine in questa nuova indagine, ovvero il marito Sebastiano Visintin, il figlio di questi Piergiorgio, il sedicente amante Claudio Sterpin e il vecchio amico della donna Fulvio Covalero.
Per quanto riguarda le celle agganciate da Visintin, già si sapeva che l’uomo, nei suoi giri durante la mattina del 14 dicembre, passò da una pescheria in via Giulia, a 500 metri dal boschetto in cui fu poi ritrovata la moglie. Sterpin, a Quarto Grado, ha commentato così la coincidenza che il vedovo si trovasse “a 500 metri da lei, se tanto mi dà tanto. E se lei veramente doveva andare alla Wind, con ogni probabilità non doveva andare da sola”. Tuttavia, dopo 20 minuti dal momento in cui era stato in via Giulia, il telefono di Visintin ha agganciato una della a Riva di Traiano, distante quasi 5 chilometri dalla precedente tappa.
Ma d’altra parte anche Sterpin è stato intercettato. Per esempio, il 3 gennaio 2022, alla vigilia del ritrovamento del corpo di Resinovich, avrebbe sostato, insieme a due vicini della donna, Salvo e Gabriella, per un’ora e mezza in un bar nei pressi del boschetto. Non solo: c’è anche una telefonata misteriosa che Sterpin e Resinovich avrebbero avuto il 13 dicembre 2021. E che il vedovo ha così commentato a Quarto Grado: “Claudio non ha una prova. Neppure ascolto più. Ogni giorno si inventa qualcosa. Sta emergendo, mi è stato detto, che il giorno prima della scomparsa c’è stata una telefonata tra Liliana e Sterpin di 16 minuti, verso mezzogiorno. Noi eravamo in sauna mi pare. Secondo me, in quella telefonata probabilmente Liliana gli avrà detto qualcosa che potrebbe averlo ferito”. Visintin crede che “Gabriella, Salvo e Sterpin sanno qualcosa. E scaricano su di me”.
Sterpin e la coppia di vicini parlarono agli inquirenti di un’ipotesi, quella secondo cui Resinovich, nei giorni della scomparsa, potesse essere, tra altri luoghi, a Sezana.
Dall’analisi delle ricerche su Internet, è emerso che la donna, proprio il 13 dicembre, avesse navigato molto per cercare informazioni relative a un hotel di Sezana, dove tuttavia non l’avrebbero mai vista. Ma dopo questa esplorazione, la donna avrebbe cercato anche su Google “come cancellare la lista dei contatti bloccati”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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